Di Maio a Cesenatico. "Difendiamo la sanità"

Il leader del M5S a Cesenatico con il candidato alla presidenza Simone Benini: "A Salvini non importa nulla dell’Emilia-Romagna, noi sola alternativa al Pd"

Luigi Di Maio e Simone Benini

Luigi Di Maio e Simone Benini

Cesenatico, 11 gennaio 2020 - Circa 200 persone ieri sera hanno sfidato il freddo pungente, per partecipare all’incontro in piazza Ciceruacchio (foto), dove sono intervenuti molti esponenti penta stellati ed il ministro degli esteri Luigi Di Maio, giunto in Romagna per sostenere la candidatura a presidente della regione di Simone Benini per il Movimento 5 Stelle.

La lotta alla burocrazia, la sanità e i beni pubblici, sono stati i temi centrali affrontati da Di Maio: "Gli imprenditori e i commercianti sono soffocati dalla burocrazia e pagano troppe tasse, quello che possiamo garantire è che non faremo sprechi con le loro risorse. L’acqua è un bene pubblico e non possiamo svenderla ai privati, perché così l’acqua costa di più, come accade per l’energia elettrica e il gas. Riguardo la sanità, noi cittadini dobbiamo avere la certezza che negli ospedali ci curano i medici migliori e non chi è stato assunto tramite un partito; anche la sanità deve restare pubblica". Sul versante della viabilità Di Maio continua la sua battaglia per togliere ai Benetton la gestione delle autostrade. Sulla crisi libica ha annunciato novità positive in arrivo grazie all’impegno dell’Italia e dell’Europa. Il ministro non ha risparmiato critiche ai big del centro destra: "Salvini, con cui abbiamo governato, ancora deve spiegare come ha fatto la Lega a mangiarsi 49 milioni di euro e perché ci fa spendere 150 milioni in un inutile referendum sul taglio ai parlamentari che invece è giusto".

Per Di Maio "è evidente che a Matteo Salvini non importa nulla dell’Emilia-Romagna. Fa la sua campagna politica, non mastra nemmeno il candidato. Cannibalizza le regioni, poi dove vince le lascia allo sbando. L’unica alternativa al Pd è il M5S". E poi "In Italia dobbiamo abolire il gruppo misto, perché chi non si riconosce più in un simbolo deve andare a casa e non in un altro scranno".