
Morso di vipera, l'antidoto al veleno di serpente
Bologna, 4 luglio 2023 – Per combattere gli effetti di un avvelenamento fin dai tempi antichi si usano degli antidoti. Il termine viene dal greco anti-doto, ovvero ‘dato contro’, per cui si parla di qualcosa in grado di combattere un processo dannoso in atto. Gli antidoti possono essere di diverso tipo a seconda della zona di avvelenamento. Nel caso dei morsi di vipere e serpenti, si parla di antidoti iniettabili, visto che il veleno non è ingerito dalla vittima ma è entrato direttamente nel circolo sanguigno tramite il morso.
I sieri antiofidici (questo il termine tecnico che indica quelli contro i serpenti) sono prodotti a partire da un animale in cui viene iniettata la tossina velenosa in piccole dosi, ed estraendo quindi gli anticorpi prodotti naturalmente per reazione dal sangue dell'animale. Il siero non è di facile reperibilità e in Italia deve essere somministrato in ambiente ospedaliero, sia per evitare rischi di reazioni allergiche, sia perché il suo uso è indicato solo in caso di sintomi gravi.
Quello più usato in Italia è il siero antivipera, ottenuto dal cavallo, in cui sono contenute immunoglobuline specifiche contro le componenti tossiche del veleno. Se dunque si viene morsi da una vipera accidentalmente, durante un’escursione o una passeggiata nella natura, occorre quanto prima recarsi in ospedale, luogo sicuro dove i medici decideranno se c’è l’indicazione a somministrare l’antidoto o meno.