Omicron 4 e 5, la differenza con le altre varianti Covid

Il virologo Burioni da Fazio a 'Che tempo che fa': "Il vantaggio del virus non sta più in una maggiore contagiosità, ma nella capacità di reinfettare chi è guarito dalla malattia". Cosa sta succedendo in Sudafrica

Bologna, 15 maggio 2022 - Continuare a vaccinare contro il Covid chi non l'ha ancora fatto e garantire cure rapide a chi si ammala, dagli antivirali alle altre terapie indicate. Roberto Burioni da Fabio Fazio, a Che tempo che fa su Rai Uno, ripete il suo mantra in studio al fianco dell'immunologo Alberto Mantovani e spiega il comportamente delle nuove varianti Omicron 4 e 5, che in Sudafrica stanno avendo un impatto ancora più forte del passato. Gli scienziati parlano già di quinta ondata, con un picco di 10mila casi nel Paese sudafricano in un solo giorno.

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Omicron 4 e 5: cosa sappiamo sulle varianti del Covid
Omicron 4 e 5: cosa sappiamo sulle varianti del Covid

"In Sudafrica i casi salgono molto rapidamente - sottolinea il virologo pesarese - e i dati parlano di una diffusione sul 130% della popolazione. Questo significa che tutti sono stati infettati e molti hanno contratto la malattia più volte". Molto sta nel diverso comportamento di Omicron 4 e 5 rispetto alle varianti precedenti: "Il virus aveva il vantaggio di un'alta contagiosità lì dove le persone non avevano mai incontrato la malattia, né effettuato vaccinazioni - insiste Burioni -. Oggi, però, lo scenario è cambiato: il vantaggio del virus non sta più in una maggiore contagiosità, ma nella capacità di reinfettare chi è guarito dalla malattia".

Burioni e Mantovani hanno poi chiosato come non ci sia alcuna correlazione tra la malattia e l'etnia o il Paese di provenienza, smentendo come "non è vero che l'Africa sia risultata praticamente immune al Covid" e, anzi, i dati mostrano come negli Stati Uniti "le persone afroamericane siano quelle con un indice di contagiosità più alto". "E' la povertà il vero fattore", mette in chiaro Mantovani. "Dobbiamo chiederci quando queste varianti arriveranno da noi - conclude Burioni -. I numeri che arrivano dal Sudafrica vanno trattati come dati preliminari. Sappiamo che la protezione offerta dal vaccino è più alta rispetto a chi ha avuto il virus e poi è guarito. E la speranza è che se Omicron 4 e 5 dovessero arrivare qua siano in grado sì di infettare anche chi si è vaccinato, ma con danni decisamente minori".