PAOLO ROSATO
Cultura e spettacoli

Gennaro Sangiuliano e il museo dell’Italianità: “Così valorizziamo la nostra storia”

Il ministro della Cultura presenta il progetto a Bologna e a Forlì il nuovo centro nell’ex monastero di Santa Maria della Ripa. E sui portici Unesco: “Servono cura e lotta al degrado”

Il ministro Gennaro Sangiuliano presenta a Bologna il Museo sull’Italianità

Il ministro Gennaro Sangiuliano presenta a Bologna il Museo sull’Italianità

Bologna, 23 febbraio 2024 – Un impegno diretto per aiutare le città a risollevarsi dall’alluvione. Una spinta a nuovi progetti culturali e un appello, a Bologna, a insistere su decoro dei portici patrimonio Unesco. Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, oggi è in Emilia-Romagna tra Bologna e Forlì. Nel capoluogo petroniano, nella sede di Illumia, firmerà il protocollo d’intenti tra ministero della Cultura, Regione, Comune e Tremagi Holding per la realizzazione di un Museo sull’Italianità, mentre a Forlì sottoscriverà l’accordo istituzionale per la rinascita del convento Santa Maria della Ripa.

Il ministro Gennaro Sangiuliano presenta a Bologna il Museo sull’Italianità
Il ministro Gennaro Sangiuliano presenta a Bologna il Museo sull’Italianità

Ministro Sangiuliano, perché è importante che esista un Museo dedicato alla Cultura italiana?

"Io penso che ciascuno di noi, come persona e come popolo, sia radicato nella storia nazionale per cui ritengo importante far nascere un percorso museale che racconti soprattutto alle giovani generazioni quello che siamo in termini culturali e l’enorme contributo che abbiamo dato al mondo nelle multiformi articolazioni della cultura. In altre parole, un luogo che raccolga la civiltà italiana, la nostra identità e la sua connessione con l’umanità intera. Questo nel segno della valorizzazione della nostra storia e del nostro essere, anche contro chi vorrebbe degradare gli individui a mero codice a barre, a soli consumatori. Bologna, per la sua grande storia, è il luogo ideale per fare ciò".

Secondo lei il valore dell’Italianità è in pericolo?

"Non credo che il valore dell’Italianità sia in pericolo ma penso che, come fanno i francesi, i cinesi e altri popoli questo vada alimentato sia mettendo cura nella tutela del nostro immenso patrimonio sia nel racconto della nostra storia. Vede, l’Italia costituisce un unicum, la Penisola al centro del Mediterraneo ha visto il succedersi di tante civiltà: greci, romani, fenici, arabi in Sicilia, bizantini, longobardi, normanni, svevi, angioini, aragonesi e tante altre, ciascuna delle quali ci ha lasciato qualcosa di significativo e di importante che sostanzia l’Italianità e merita di essere preservato".

Cosa le piacerebbe vedere all’interno del Museo?

"In parte ho risposto con la precedente domanda, ma anche il nostro contributo all’umanità. Pensi alle categorie giuridiche del diritto romano che hanno costituito la base della legislazione di altre nazioni e lo dico a Bologna, città di grandi giuristi, oppure il contributo alle arti figurative su cui potremmo discutere ore e anche in epoche più recenti l’azione di giganti come Enrico Fermi, Guglielmo Marconi ed Enrico Mattei".

L’iniziativa del gruppo Tremagi e di Illumia è ambiziosa: quanto è cruciale che l’imprenditoria virtuosa promuova e finanzi i grandi progetti culturali?

"L’intervento di privati è fondamentale per la vastità del nostro patrimonio. Stiamo lavorando per l’ampliamento e il consolidamento dello strumento dell’Art Bonus e ogni intervento privato è ben accolto".

Lei torna a Bologna dove sono tanti i dossier aperti che fanno perno sul ministero della Cultura: il restauro della Garisenda, la creazione della Biblioteca Umberto Eco, la valorizzazione dei Portici diventati patrimonio Unesco. È soddisfatto della collaborazione con il Comune?

"Bologna è, per storia e tradizione, una città centrale del sistema culturale nazionale. La collaborazione con le amministrazioni locali, a cominciare dal Comune, è ottima e fattiva. Sulla Garisenda il Ministero della Cultura, oltre ad aver lanciato immediatamente l’allarme, si è mosso con estrema rapidità con uno stanziamento di 5 milioni di euro. Mi pare che adesso si sia intrapresa, anche grazie al nostro impegno, la strada giusta. La creazione della Biblioteca ‘Umberto Eco’, dedicata alla memoria di questo straordinario intellettuale, è tra i nostri obiettivi. Il riconoscimento ai Portici di Bologna è stato un atto importante ma l’ingresso nel sistema Unesco impegna, ora, a un’attenta cura e ad evitare situazioni di degrado. Ne parlerò con il sindaco".

Lei ha anche firmato il protocollo per la creazione di un polo culturale all’ex monastero di Santa Maria della Ripa, a Forlì. Qual è l’importanza di un’operazione di recupero di queste dimensioni?

"Vogliamo trasformare un problema in un’opportunità. All’indomani dell’alluvione, su mia precisa iniziativa, decidemmo di aumentare di un euro il biglietto di tutti i musei italiani e di destinare queste risorse a interventi di tutela del patrimonio sui territori danneggiati dall’alluvione. A Forlì l’archivio comunale è stato pesantemente danneggiato. Di qui l’idea di fare qualcosa di più rispetto a un mero ripristino di un luogo adibito a custodire documenti. Insieme al Demanio abbiamo individuato il Complesso di Santa Maria a Ripa nel quale, dopo un’accurata rigenerazione, ospiteremo gli archivi comunali, quello statale ma anche spazi per i giovani studenti, sale multimediali, luoghi di ritrovo e di incontro. Ripeto, qualcosa di molto più ampio del tradizionale deposito di documenti".

A che punto siete sul recupero di tutti beni colpiti dall’alluvione in Emilia-Romagna? Ci saranno ulteriori investimenti da parte del ministero?

"Oltre a Forlì ci siamo impegnati per l’Abbazia di Santa Maria del Monte a Cesena e, qualora le risorse recuperate sui biglietti dei musei non bastassero, provvederemo a trovarne delle altre".