Farmacie taglia attese: "In Emilia-Romagna 400 pronte a partire"

Esami come in ospedale, il presidente regionale di Federfarma: “L’auspicio è di avviare la sperimentazione prima dell’estate”

Nelle ‘Farmacie dei servizi’ si potranno eseguire esami e visite (foto d’archivio)

Nelle ‘Farmacie dei servizi’ si potranno eseguire esami e visite (foto d’archivio)

Bologna, 21 aprile 2024 – In Emilia-Romagna il tema è sul tavolo già da mesi, ma i passi compiuti finora non sono stati sufficienti a individuare una data d’avvio del sistema. Eppure solo pochi giorni fa la Regione ha stanziato altri 30 milioni di euro per garantire un milione di prestazioni in più e ridurre così del 20% le liste d’attesa per visite ed esami diagnostici.

Achille Gallina Toschi, presidente di Federfarma Emilia-Romagna, a che punto siamo?

"Dunque, il tavolo con la Regione si è aperto a ottobre 2023 e si è chiuso a marzo con una delibera che ha definito i requisiti tecnici che devono avere i locali delle farmacie per poter erogare certi tipi di esami. Una delibera importante per gli investimenti che le farmacie intendono sostenere, ma di fatto siamo fermi a questo".

Cosa manca?

"Per poter iniziare a effettuare visite che realmente sgravino le liste d’attesa delle Ausl occorre il convenzionamento con il pubblico, che consenta alle farmacie sia di caricare i referti sui fascicoli sanitari elettronici che la definizione dei ticket sanitari per le prestazioni".

Quindi attualmente le farmacie cosa stanno facendo?

"Quello che hanno sempre fatto in passato. Quelle più attrezzate continuano a garantire esami effettuandoli privatamente, secondo il proprio tariffario, rilasciando il referto cartaceo che, però, essendo in questa forma, non è visibile ai medici di base dei singoli cittadini".

Quali prestazioni potreste effettuare per conto del sistema pubblico?

"Al momento si ragiona solo degli esami previsti dal decreto. Elettrocardiogramma, holter dinamico e holter pressorio. Volendo anche la spirometria. Sono esami semplici, in farmacia verrebbero piazzati gli elettrodi sul paziente, eseguendo la raccolta dati. È questa la parte dell’esame più lunga, la cui esternalizzazione contribuirebbe a ridurre le liste d’attesa poi i dati sarebbero inviati per la lettura e la refertazione alle strutture indicate dalle Ausl. I referti, infine, verrebbero caricati sul fascicolo sanitario elettronico, rimanendo così accessibili a tutti".

Quali sono i tempi d’attesa attuali?

"A inizio aprile prenotare un Ecg in città col sistema pubblico significa trovare la prima disponibilità a fine maggio. Qualcosa prima spostandosi invece all’ospedale di Bentivoglio. Comprendo la complessità del progetto, ma altrove sono già partiti e noi siamo sempre stati una regione che ha brillato per innovazione e prossimità al cittadino. L’auspicio è che si parta prima dell’estate".

Le farmacie saranno poi pronte?

"Al momento oltre 400 farmacie (delle 1.400 in tutto in regione, ndr) sono pronte a partire, le altre si stanno attrezzando grazie anche ai fondi messi in campo col Pnrr".

Dal vostro osservatorio, come sta procedendo l’altra sperimentazione emiliano-romagnola per ridurre le attese, i Cau?

"La Regione ci ha chiesto collaborazione dal punto di vista dell’informazione all’utenza e sta andando bene. Quello che però manca per noi addetti ai lavori è un filo diretto interno, un canale di comunicazione che di solito abbiamo, ad esempio, con i pronto soccorso, per consultarci e decidere di concerto se inviare nelle strutture gli utenti che si presentano nelle farmacie, in base a ciò che lamentano".