Visite ed esami in farmacia, nelle Marche piace: com’è andato il test

La sperimentazione ha coinvolto 300 farmacie e 9mila cittadini, offrendo servizi gratuiti come esami medici e monitoraggio delle terapie. Pieri (Assofarm): da Ascoli a Pesaro già erogate 4.500 prestazioni

La farmacia di prossimità piace ai marchigiani

La farmacia di prossimità piace ai marchigiani

Ancona, 21 aprile 2024 – La farmacia di prossimità piace ai marchigiani. Tradotto: fare un esame medico nella farmacia sotto casa è molto meglio che affrontare i meccanismi spesso tortuosi della sanità pubblica. Sono lusinghieri i numeri della sperimentazione che nel 2023 ha coinvolto circa 300 farmacie pubbliche e private, a cui i cittadini si sono rivolti per avere servizi e prestazioni gratuiti che altrimenti avrebbero dovuto chiedere negli ambulatori privati o negli ospedali. Un totale di 9mila cittadini coinvolti e 4.500 esami somministrati, senza calcolare i pazienti monitorati e l’attivazione del fascicolo sanitario elettronico. Peccato che il plafond, per molte di queste prestazioni, è finito, e senza un sostanzioso intervento pubblico, le stesse forse non scompariranno, ma torneranno a pagamento. Facciamo il punto con Luca Pieri, presidente nazionale Assofarm, che comprende 1700 farmacie comunali distribuite su tutto il territorio nazionale.

Pieri, la risposta dei marchigiani è stata ottima.

"Assolutamente sì. Abbiamo coinvolto nella sperimentazione, partita a metà 2023, 300 farmacie pubbliche e private sparse in tutta la regione. Sono stati eseguiti 1.500 holter cardiaci, di cui 1.150 su prescrizione medica; 1.400 holter pressori, di cui 990 in prescrizione, 492 elettrocardiogrammi (828 su prescrizione) e auto-spirometrie. Si è svolto un monitoraggio per l’aderenza alla terapia farmacologica per il diabete di tipo 2 e per la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco). Tutto gratuitamente, e praticamente sotto casa, anche in territori meno popolosi. In più continuamo a fare vaccinazioni Covid, antinfluenzali e contro l’herpers zoster".

Le dico una cosa. Prima di chiamare lei ho telefonato a una di queste farmacie chiedendo di fare un holter cardaco. Mi hanno detto che me lo facevano per 70 euro.

"Ogni farmacia aveva un plafond per ciascun tipo di prestazione. Evidentmente quella farmacia aveva esaurito il budget a disposizione per quel tipo di esame. Quello che vorrei sottolineare è proprio questo. L’esito della sperimentazione dimostra che il modello della farmacia dei servizi è in grado di fornire risposte sanitarie al territorio, spesso colmando le carenze del sistema pubblico e integrandosi con altri soggetti, come gli ambulatori privati. Per questo è necessario che la Regione, terminata la sperimentazione che è comunque ancora in corso, metta i fondi".

Quanti soldi sono stati stanziati per la sperimentazione?

"Un milione e 400mila euro. Più o meno ne sono stati consumati la metà. Ora stiamo andando avanti soprattutto con il fascicolo sanitario elettronico, dove c’è tutta la storia sanitaria dell’utente, e il registro regionale delle prestazioni: il nostro dirigente regionale Luigi Patregnani è un riferimento a livello nazionale. Insomma, i risultati ci sono, anche grazie alla disponibiltà dei farmacisti che ringrazio: spetta alla Regione trasformare la sperimentazione nella quotidianità del cittadino".

E dire che tutto è iniziato dal Covid.

"In realtà la farmacia dei servizi era prevista da diversi anni, ma prima della pandemia non era partito ancora niente, e proprio con la pandemia ci siamo resi conto che la capillarità e prossimità del servizio era un elemento fondamentale per dare risposte sanitarie ai cittadini. Le farmacie sono dopo tutto il primo punto di approccio con la sanità: si è partiti con i tamponi, poi con i vaccini, fino a rendersi conto che al di là dell’emergenza, quella poteva essere la risposta giusta per arrivare anche ad allargare il perimetro d’azione. È necessario proseguire su questa strada".