Gasdotto adriatico, via ai cantieri: “Un’opera sicura ed ecosostenibile”

Sarà lungo 425 chilometri. Maria Sferruzza, ingegnere Snam: “Costo complessivo di 2,5miliardi senza ricarico sulla bolletta”

Via ai lavori per la Linea Adriatica, la rete di nuovi gasdotti Snam che da Sulmona arriverà fino a Minerbio, nel Bolognese, attraversando l’Italia centrale: cinque regioni (Abruzzo, Marche, Umbria, Toscana ed Emilia-Romagna), 425 chilometri e un investimento di 2,5 miliardi per un’opera che Snam definisce come "il più grande progetto italiano di trasporto del gas degli ultimi dieci anni".

La mappa del gasdotto adriatico: dove passerà
La mappa del gasdotto adriatico: dove passerà

"Alla fine del mese apriremo tra Sestino e Cesena i primi cantieri del metanodotto Sestino-Minerbio (141 km a cavallo tra Toscana ed Emilia-Romagna) – detta la road map Maria Sferruzza, ingegnere ed executive director engeneering, construction e solution del gruppo Snam –. È diviso in cinque lotti, tutti già appaltati: entro la fine del mese partiranno i lavori per le prime tre tratte (Sestino-Cesena), a giugno per le altre due (Cesena-Minerbio)". È la fase uno del progetto – agganciata al Pnrr con un finanziamento di 375 milioni –, che prevede la costruzione della centrale di spinta di Sulmona (tre turbocompressori da 11 megawatt) e del metanodotto Sestino-Minerbio. La messa in esercizio è prevista entro la fine del 2026. "Siamo perfettamente allineati alle tempistiche del Pnrr. Per la centrale di Sulmona stiamo portando a termine le verifiche archeologiche, poi attiveremo la bonifica bellica. Abbiamo ordinato le turbomacchine e saranno pronte l’anno prossimo, in linea con il nostro cronoprogramma".

La posa di un gasdotto
La posa di un gasdotto

E la fase 2 del progetto?

"Prevede la realizzazione dei metanodotti Foligno-Sestino e Sulmona-Foligno, 285 km in totale. Sarà terminata entro la fine del 2027. Lo stato di avanzamento: entro la fine dell’anno bandiremo le gare per la costruzione del Foligno-Sestino, per il Sulmona-Foligno stiamo completando gli studi supplementari con l’Ingv, poi partiranno le gare d’appalto".

Partono i lavori: proviamo a fugare dubbi e paure che la costruzione di grandi opere di solito genera in parte della popolazione. Se dovesse esserci un terremoto?

"È già successo. In ottant’anni i metanodotti Snam hanno vissuto più e più terremoti senza subire alcun danno, né interrompere la propria operatività. Da un punto di vista tecnico, la progettazione è eseguita seguendo le più stringenti normative di sicurezza nazionali e internazionali. Per i metanodotti Foligno-Sestino e Sestino-Minerbio sono stati svolti studi di dettaglio previsti dalla normativa, compresa la nuova normativa sismica per il calcolo strutturale Ntc 2018. Gli studi definiscono la risposta sismica locale delle aree attraversate per individuare le soluzioni costruttive più adeguate. Per il tratto Sulmona-Foligno siamo andati anche oltre, siglando un accordo quadro col Mase (ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica) e l’Ingv in virtù del quale quest’ultimo è identificato come ente terzo per ulteriori verifiche sulla sismicità".

E l’impatto ambientale?

"Ormai sono nel settore da quasi trent’anni e le posso garantire che, una volta completate tutte le operazioni, i metanodotti sono quelli col minore impatto ambientale. Post operam eseguiamo la fase definita di ripristino, cioè riportiamo il territorio esattamente allo stato naturale. Nella nostra strategia la biodiversità è un punto focale".

Altra obiezione ricorrente: la Linea Adriatica è un’opera che serve davvero?

"Questo metanodotto è cruciale per tre motivi. In primis perché abilita un aumento di capacità di trasporto del gas dal sud al nord per circa 10 miliardi di metri cubi all’anno e l’effetto sarà immediato. Prenda il conflitto tra Russia e Ucraina: in due anni i flussi di gas dalla Russia sono passati dal 45 al 14% del fabbisogno europeo. E come rispondere alla domanda? Lo facciamo con il gas proveniente da sud, in prevalenza dall’Algeria, ma dobbiamo garantire capacità di trasporto. Il secondo motivo: possiamo creare flessibilità nel sistema, perché le porte di ingresso del gas sono diverse, ma la rete deve essere in grado di gestire un cambio di flusso repentino. Terzo: la flessibilità per la transizione energetica. Nel 2030 la domanda di gas sarà equivalente a oggi, circa 60 miliardi di metri cubi all’anno, ma anche quando il rapporto in volumi tra molecole verdi (biometano e idrogeno) e metano cambierà, la Linea Adriatica sarà comunque in grado di garantire al sistema la stessa capacità, perché nasce già abilitata al trasporto di quote via via crescenti di molecole decarbonizzate".

Qual è l’impatto di queste opere sulle nostre bollette?

"Il nostro impatto sulla bolletta è minimale: il trasporto non incide più del 5% sul costo complessivo. Ricordo che Snam si occupa di trasporto, stoccaggio e rigassificazione. Non produciamo il gas, né lo commercializziamo. Piuttosto, aumentando la diversificazione dei fornitori, ci sarà maggiore competitività di fonti e il costo del gas in ingresso dovrebbe scendere, è la legge del mercato. Ecco, la Linea Adriatica servirà anche a questo".