Il pilastro dell’energia. Diga del rigassificatore da 250 milioni di euro. E avanti con il fotovoltaico

Il presidente dell’Autorità portuale, Daniele Rossi, ha illustrato i programmi di sviluppo per il 2024: "Sarà un anno di transizione e ancora complicato ma, soprattutto nella seconda metà, vedremo dei risultati positivi".

Il pilastro dell’energia. Diga del rigassificatore da 250 milioni di euro. E avanti con il fotovoltaico

Il pilastro dell’energia. Diga del rigassificatore da 250 milioni di euro. E avanti con il fotovoltaico

"Il 2024 del porto sarà un anno di transizione, un anno ancora complicato perché i fenomeni negativi che nel 2023 hanno caratterizzato l’economia mondiale, e ovviamente quella del nostro territorio, non si sono esauriti". Questo il commento di Daniele Rossi, presidente dell’Autorità di sistema portuale, all’incontro sui programmi di sviluppo che si concretizzeranno l’anno prossimo nel porto di Ravenna. Saranno però terminate tutte le opere infrastrutturali, che daranno nuovo slancio allo scalo: "Soprattutto nella seconda metà dell’anno, credo che vedremo dei risultati positivi", aggiunge. Se fondali e banchine sono il primo pilastro del porto, per Rossi il secondo è l’energia. L’Autorità portuale inizierà il percorso per realizzare su una superficie di 45 ettari un grande impianto di produzione di energia elettrica da fotovoltaico per circa 30MW. Parte dell’energia prodotta sarà utilizzata dalle navi da crociera ormeggiate a Porto Corsini, un’altra parte sarà convertita in idrogeno green per essere iniettata in rete oppure compressa e accumulata per la vendita. "Sarà messa a disposizione della comunità portuale – afferma Rossi – a prezzi vantaggiosi". Sul fronte dell’energia verde, c’è un programma che caratterizza oggi più che mai il porto di Ravenna. Il presidente dell’AdSP ricorda il rigassificatore che Snam metterà in funzione a inizio 2025 al largo della costa a Punta Marina. La novità è che sarà affidata all’Autorità portuale la realizzazione della diga frangiflutti a protezione della piattaforma Petra a cui attraccherà la nave BW Singapore, costo di 250 milioni. Un’opera importante, lunga circa 900 metri, larga 23, alta 10 metri sul livello del mare e profonda 17 metri.

Vi è poi il progetto di cattura e stoccaggio della CO2, che partirà a inizio 2024 e prevede un investimento di circa un miliardo. Un’alleanza che vede Snam mettere a disposizione le condotte per convogliare la CO2 in un’unica rete di raccolta per poi comprimerla e stoccarla nei giacimenti esausti di gas metano di Eni al largo della costa ravennate, utilizzando una piattaforma a Porto Corsini. L’obiettivo è catturare e stoccare inizialmente 25mila tonnellate all’anno di CO2 emesse dalla centrale Eni di trattamento del gas di Casalborsetti e dal polo chimico Versalis. L’avvio della fase 2 è previsto entro il 2026 e avrà una capacità di stoccaggio di 4 milioni di tonnellate all’anno di CO2 al 2030 e aumenterà nelle fasi successive a 16 milioni di tonnellate all’anno con possibilità di ulteriori espansioni. E ancora il progetto Agnes di Saipem e della ravennate Qint’x del valore di un miliardo, che prevede 75 turbine eoliche e 13 piattaforme fotovoltaiche galleggianti. Ad oggi sta ultimando la procedura di valutazione di impatto ambientale e prevede di ottenere nel secondo semestre del 2024 tutte le autorizzazioni per la costruzione e l’esercizio degli impianti che copriranno il consumo energetico di più di mezzo milione di famiglie. Per accelerare i tempi autorizzativi, il sindaco Michele de Pascale ha promosso una petizione. "Aiuteremo i terminalisti – annuncia Rossi – con fondi del Pnrr a far fronte alla grande trasformazione che è in corso, per sostituire i mezzi tradizionali che utilizzano con mezzi elettrici".

Maria Vittoria Venturelli