La locomotiva Emilia-Romagna: "Pil +0,7% malgrado l’alluvione"

Il dossier Unioncamere-Regione: ma la crescita rallenta. Vola l’export, 31mila nuovi occupati

La locomotiva Emilia-Romagna: "Pil +0,7% malgrado l’alluvione"

La locomotiva Emilia-Romagna: "Pil +0,7% malgrado l’alluvione"

Bologna, 23 dicembre 2023 – È un’economia "resiliente" a trainare l’Emilia-Romagna nelle sue sfide. Un’economia messa a dura prova da ben più di un ostacolo – dall’alluvione fino all’instabilità geopolitica internazionale –, ma capace di registrare comunque buoni risultati, confermandosi così la locomotiva del Paese, seppur con una crescita più lenta del previsto. Come evidenziano i numeri emersi dal rapporto realizzato in collaborazione tra Regione e Unioncamere, la variazione del Pil regionale dovrebbe attestarsi al +0,7%, mentre per il prossimo anno la stima è di un incremento analogo (+0,6%), che nel 2025 potrebbe tornare attorno all’1%. Sul fronte occupazionale, invece, si contano 31mila nuovi occupati nei primi nove mesi e un tasso di disoccupazione inferiore al 5%. Vola l’export, che tocca quota 64 miliardi: le esportazioni, nei primi nove mesi dell’anno, sono cresciute di circa 900 milioni rispetto allo stesso periodo del 2022 (+1,4%), mentre in rapporto alla popolazione residente – con 14.406 euro di export pro-capite – l’Emilia-Romagna si attesta prima in Italia. "Questo scenario fotografa la salute della nostra regione – spiega Valerio Veronesi, presidente Unioncamere Emilia-Romagna –, una salute economica che si presenta a due velocità: il primo semestre ci ha dato ottimi risultati, il secondo invece, come già possiamo vedere, registrerà una leggera flessione. Già il terzo trimestre ha dato qualche segnale di piccolo rallentamento e pensiamo che questa sia la situazione che vedremo nei prossimi mesi. La nostra regione, però, è abituata ad affrontare le sfide". Non solo. "Abbiamo bisogno di trattenere talenti e se possibile attirarne ancora: è necessario puntare su una formazione a trecentosessanta gradi – continua Veronesi –. Alcuni profili sono pressoché introvabili, ma dobbiamo cambiare parametro, far capire ai ragazzi che le aziende sono luoghi in cui ci si forma e si cresce". A commentare lo scenario anche l’assessore regionale allo sviluppo economico e lavoro, Vincenzo Colla. "L’occupazione sta tenendo, ma bisogna fare attenzione – avverte –. C’è un ‘pezzo’ di occupazione, infatti, che vive precarietà, discontinuità, povertà lavorativa. Non basta dire che si cresce, deve crescere il lavoro di qualità. Non c’è valore aggiunto senza economia sociale". "Per fare valore aggiunto – prosegue – servono soggetti di grande qualità. Quindi massima aggressione ai farabutti, all’illegalità e al lavoro illegale". Dal report emergono inoltre buoni risultati per il terziario, che vale oltre i due terzi del Pil regionale, e il turismo. In flessione invece industria, edilizia e agricoltura. Calano le imprese attive (-1,1%) ma crescono quelle guidate da giovani (+0,7%) e stranieri (+2%). "Per non lasciare indietro nessuno – dice Guido Caselli, vicesegretario Unioncamere Emilia-Romagna – bisogna ‘avere cura’. La nostra regione ha una formazione di talenti già pronti a nuove sfide, ma allo stesso tempo è necessario dedicare attenzione anche a chi ha bisogno di un accompagnamento per competere". E Maurizio Marchesini, presidente Nomisma: "L’Emilia-Romagna è fortemente esportatrice. Presidia nicchie importanti e questo ci fa pensare che l’anno prossimo sarà buono, magari non eclatante ma comunque discreto. Quello che mi preoccupa di più? Le perturbazioni internazionali, che rischiano poi di compromettere la nostra crescita".