Rimborsi per l’alluvione in Emilia Romagna: come richiederli su Sfinge

Chi può richiederli? Quanti fondi sono a disposizione e per quali categorie? Tutto quello che c'è da sapere per ottenere gli indennizzi

Bologna, 13 novembre 2023 – E' ormai conto alla rovescia in vista del debutto, previsto per mercoledì 15 novembre, della piattaforma Sfinge, a cui si accede tramite Spid, attraverso la quale chi ha subito danni a causa delle alluvioni in Emilia Romagna potrà richiedere un indennizzo fino al 100% del totale delle spese ammissibili.

Alluvione, cosa sappiamo sul meccanismo dei rimborsi
Alluvione, cosa sappiamo sul meccanismo dei rimborsi

Chi può chiedere i rimborsi?

A fare domanda potranno essere tutti i titolari di case e imprese colpite dall'alluvione. Chi non era proprietario di immobili potrà periziare i danni subiti ai beni mobili – per esempio gli arredi – ma ancora non è chiaro se e come verrà indennizzato (per questo motivo la Regione Emilia Romagna ha deciso giorni fa di giocare d'anticipo provvedendo a raccogliere le domande per indennizzare chi ha perduto l'auto nell'alluvione).

Quanti soldi arrivano?

I proprietari di case danneggiate potranno ottenere dal governo fino a 20mila euro in una prima tranche; per chi ha subito danni per importi superiori si farà invece ricorso al credito d'imposta.

Un percorso analogo vale per le imprese, che potranno accedere a 40mila euro in maniera diretta – valevoli anche i per danni subiti ai beni mobili quali i macchinari – mentre per gli importi superiori a questa soglia entrerà in campo il meccanismo del credito d'imposta (chi ha ha registrato danni inferiori a 40mila euro potrà avere nella prima tranche importi fino al 50% del totale, per poi ricevere il saldo finale in forma di rimborso, dunque non attraverso il credito d'imposta).

Come funziona la procedura?

Questo è uno dei nodi su cui molti – dal presidente dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ai vari sindaci – hanno espresso perplessità. Una volta che il cittadino avrà compiuto l'ultimo clic sul sito di Sfinge, ed inviata la domanda di indennizzo, questa dovrà transitare attraverso cinque diversi passaggi: da Sfinge la pratica sarà trasmessa ai Comuni, i quali la invieranno ad Invitalia. Sarà l'agenzia governativa ad analizzare la domanda: la pratica, in caso di approvazione, transiterà poi nuovamente in direzione dei Comuni, i quali procederebbero ad inviarla alla struttura commissariale perché questa proceda effettivamente agli indennizzi. Inizialmente i passaggi erano addirittura sei, in quanto a inviare il rimborso agli alluvionati sarebbero dovuti essere i Comuni: si è scelto di accorciare la pratica incaricando del saldo finale direttamente la struttura commissariale.

Quanti fondi ci sono?

A disposizione il governo ha messo circa 600 milioni di euro, mentre quelli in campo per il credito d'imposta ammontano a 700 milioni: non è chiaro, a fronte di danni che potrebbero toccare i nove miliardi, fino a quanto questi basteranno per saldare le prime tranche. Quasi certamente in futuro serviranno nuovi stanziamenti.

I primi test

Giovedì 9 novembre la vicepresidente dell'Emilia-Romagna Irene Priolo ha incontrato circa 800 tecnici per fare il punto su Sfinge e sull'ingranaggio degli indennizzi: alcuni test di sistema sono in corso in queste ore.

Il meccanismo, ha accusato Bonaccini, ha un anello debole, e cioè i Comuni, in particolare quelli piccoli o montani, che possono fare affidamento su risorse umane estremamente esigue (molte delle quali costantemente dislocate sul territorio per fare fronte ancora oggi all'emergenza frane). Le assunzioni di nuovo personale nella misura di più di duecento unità potrebbero accelerare la questione, ma non è chiaro di quanto: in ciascun comune potranno arrivare rinforzi nella misura di qualche unità; anche per questo è stato chiesto di sbloccare le assunzioni.