MAURIZIO GENNARI
Cronaca

Un intrigo tra montagne di bugie. Furono i Barbetti a comprarla. Poi la vendita agli uomini di Getty

L’incontro tra le parti avvenne in Amazzonia. E poi la ‘ripulitura’ a Londra

I tre pescatori dell’imbarcazione ‘Ferruccio Ferri’ che trovarono la statua nell’estate del 1964. A destra, il comandante Romneo Pirani

I tre pescatori dell’imbarcazione ‘Ferruccio Ferri’ che trovarono la statua nell’estate del 1964. A destra, il comandante Romneo Pirani

Non è una statua in bronzo pescata per caso in Adriatico. Ma è un film. Un intrigo. Montagne di bugie, di falsi bersagli e mezze verità. Nessuno ha detto e potrà mai dire: "Questa è la verità". Adesso il tema dell’atleta Vittorioso custodito al Getty Museum di Malibù in California torna alla ribalta perché il direttore nazionale dei musei, Massimo Osanna, afferma al Carlino che quel bronzo con Lisippo ha poco a che vedere sulla scorta di recenti studi. Quando la statua era ancora a Fano si erano mossi, per vederla, mercanti, antiquari e sarebbe dovuto arrivare anche l’arcivescovo Giovanni Fallani responsabile per l’arte del Vaticano. Ma il bronzo aveva già preso il volo per Gubbio. Comunque l’attribuzione data allo scultore greco Lisippo non arrivava da uno qualunque, ma da Jiri Frel, armeno, luminare di arte greca, braccio destro di Poul Getty, il miliardario americano che viveva a Londra. Uomo che difficilmente avrebbe tirato il ‘bidone’ al suo datore di lavoro. E poi che datore di lavoro. Non solo: all’epoca uno dei consulenti dei musei americani, Getty compreso, era Federico Zeri, uomo di una cultura non misurabile, che in una dichiarazione al ‘Carlino’ affermò anche che i bronzi di Riace di Reggio Calabria venivano dalla stessa nave dove venne imbragata la statua di Lisippo. Bronzi poi arrivati in Calabria per sedare le rivolte scoppiate per l’attribuzione del capoluogo di regione tra Reggio e Catanzaro. Un ritrovamento pilotato, sosteneva Zeri. Comunque le origini dell’attribuzione al grande scultore greco arrivano da Frel e da Federico Zeri. Personaggi difficilmente smentibili.

Balle e paure. Pescato dove? Nelle presure di Pedaso o in acqua croate davanti all’isola Grossa? Qui la premessa è d’obbligo: i motopesca di altura fanesi sconfinavano, tanto che qualche scafo veniva posto sotto sequestro dalla marina jugoslava e tra quelli che andavano a pagare le multe al comando di Lussinpiccolo, già nei primi anni Sessanta, c’era anche un personaggio molto conosciuto a Fano come il priore Carlino Bertini. Per non innescare intrighi internazionali con rivendicazioni di vario tipo, Romeo Pirani capobarca del Ferruccio Ferri, parlò ai carabinieri di Pedaso – da Roma arrivò anche il comandante del Nucleo tutela del patrimonio artistico –, e cioè in acque nazionali. Racconto poi smentito anni dopo, sempre al Carlino, a sequenza di poche ore l’uno dall’altro dai componenti dell’equipaggio, che indicarono la ‘pesca’ le acque davanti all’isola Grossa: "In un primo tempo avevamo pensato ad una polena".

Quando gli uomini di Paul Getty videro la statua di Lisippo? In Brasile, in Amazzonia, dove c’era una missione guidata da padre Leone Ricci, frate di Marotta, la cui sorella sposò uno dei fratelli Barbetti delle cementerie di Gubbio che acquistarano la statua battendo tutti sul tempo, compresa una pattuglia di riminesi che arrivò a Fano con una borsa piena di denaro contante superiore a quella che la moglie dell’armatore prese qualche ora prima dai Barbetti.

In Brasile i Barbetti fondarano con parte dei proventi della vendita della statua al Getty, una missione per giovani intitolata proprio alla madre dei fratelli Barbetti. Dal Brasile, una volta morto Paul Getty, che non la volle acquistare perché di provenienza non chiara, il viaggio della statua per Londra. Da dove inizia la ‘ripulitura’. Questa versione venne data sempre al Carlino dai parenti dei Barbetti. Che per inciso tutti i soldi che presero – dissero – "li spendemmo in avvocati". Il regista di questa storia, comprese le versioni ufficiali, Alberto Berardi, fanese, assessore a Fano e poi in Provincia, l’uomo che per primo portò alla ribalta Lisippo, il vero dominus.

m.g.