FABIO CASTORI
Cronaca

Femminicidio in Val d’Aosta, arrestato un fermano. Lo strazio della mamma: "Sono disperata e incredula"

Sohaib Teima da bimbo era stato portato dal padre in Egitto, poi la fiaccolata per farlo tornare in città. Il dentista dove ha svolto il tirocinio: "Un giovane volenteroso, educato, gentile”

Sohaib Teima e la mamma Atika durante la fiaccolata

Sohaib Teima e la mamma Atika durante la fiaccolata

Fermo, 12 aprile 2024 – “Sono disperata, sconcertata e totalmente incredula". Sono state queste le prime parole di Atika, la mamma di Sohaib Teima, il giovane di 21 anni, nato a Fermo e arrestato per l’omicidio della ragazza francese 22enne trovata morta venerdì scorso in una chiesa abbandonata in Val d’Aosta. "Conosco mio figlio – spiega la madre in lacrime – e non sarebbe capace di un gesto simile. Da quando è nato è sempre stato buono e pacifico. Dall’asilo all’università non ha mai dato problemi: mai un richiamo, mai una lite. Con la sua ragazza Nathalie era venuto trovarmi l’anno scorso a febbraio ed erano rimasti entrambi per quattro mesi a casa mia. Lei l’ho accolta come una figlia. L’ultima volta che è venuto a Fermo è stato poche settimane fa, poi il 24 marzo siamo partiti insieme in treno per tonare a Grenoble, dove alloggia per gli studi universitari. L’ho salutato e sono ripartita per il ritorno a casa".

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Anche il dentista, dove per ben due anni ha effettuato il tirocinio, lo ricorda come un ragazzo per bene e serio: "Un giovane volenteroso, educato, gentile e molto preparato. L’ho avuto in studio nel 2018 e nel 2020. Un ragazzo veramente in gamba".

Gli stessi amici fermani del ragazzo sono increduli perché, nonostante una storia familiare difficile, il 21enne non aveva mai sgarrato, non aveva precedenti penali ed era considerato da tutti un bravo ragazzo. Nel 2009, suo malgrado, era stato rapito dal padre insieme al fratello più piccolo e condotto in Egitto. Alla base del sequestro di persona c’erano stai degli screzi tra moglie e marito sul fatto che lui non fosse d’accordo che lei lavorasse. Era scattata una gara di solidarietà nei confronti della mamma appoggiata dal nostro giornale.

Era stata anche organizzata una fiaccolata in città per lanciare un messaggio chiaro all’Egitto che non ne voleva sapere di intervenire per l’espatrio dei due figli, all’epoca dei fatti di 6 e 4 anni. Alla fiaccolata aveva partecipato anche l’imam di Fermo che aveva fatto di tutto per ottenere il ricongiungimento familiare. Dopo un grande lavoro diplomatico della polizia e delle ambasciate, il genitore e i figli avevano fatto rientro in Italia. Madre e padre si erano momentaneamente riappacificati ed erano nati altri due figli. Poi la nuova separazione. Insomma una situazione difficile dalla quale però il piccolo Sohaib aveva tratto la forza di restare un bravo ragazzo e di costruirsi un futuro attraverso gli studi in cui eccelleva. Un futuro che ora sembra esser andato in frantumi a causa del presunto raptus omicida.