
L’incontro a Monte Vidon Corrado
Sicuramente il percorso che porterà ad una possibile fusione fra i comuni di Massa Fermana, Montappone e Monte Vidon Corrado sarà ancora lungo, ma almeno le idee sono più chiare. Potrebbe essere questo il quadro descritto ieri al Teatro comunale di Monte Vidon Corrado dove si è tenuto l’incontro dal titolo ‘Crescere governando insieme il nostro territorio’, ospiti e relatori: Antonello Barbieri, presidente Fccn (Fusione Comuni e Coordinamento Nazionale); Luigino Sergio, esperto del Governo per gli Enti locali; Federico Giusmeroli, esperto di fusione dei comuni; Federico Ignesti, sindaco di Scarpera e San Piero (Firenze); Valerio Vesprini, sindaco di Porto San Giorgio e membro Anci Marche; oltre ovviamente ai padroni di casa Gilberto Caraceni, Mario Clementi e Elio Vincenzi rispettivamente sindaci di Massa Fermana, Montappone e Monte Vidon Corrado. "Ovviamente in questi processi esistono pro e contro – spiega Antonello Barbieri -. Da un lato le agevolazioni in termini economici e numerici, dall’altro le consapevolezza storica di una comunità che vuole rimanere tale".
Prendendo a riferimento i dati strettamente tecnici sono numerose le opportunità offerte dalla ‘Fusione dei Comuni’. Il Ministero dell’Interno stabilisce un contributo straordinario oltre quello ordinario per i 15 anni successivi all’avvio della fusione, calcoli alla mano per i tre comuni in considerazione si tratterebbe di circa 634.000 euro annui in più. Abbattimento della spesa corrente, sempre attraverso un calcolo sui tre comuni, si passerebbe da circa un milione di euro, a circa 880.000 euro. Ovviamente significa avere un assetto demografico allargato che conferisce la rivisitazione del piano territoriale, spalle più larghe in termini di personale amministrativo che può seguire le pratiche. Per legge i Comuni oggetti di fusione avranno un accredito maggiore nella partecipazione ai bandi regionali di ogni tipo.
"Come rappresentante dell’Anci ci sono aspetti positivi che vanno considerati – commenta Valerio Vesprini –. Come sindaci non possiamo fare il tifo per il si o per il no, ma dobbiamo informare la popolazione di questa opportunità, saranno poi i cittadini a scegliere con un referendum". Cardine del processo di fusione, non saranno le Amministrazione a decidere, ma un referendum popolare. Sulla questione i tre sindaci dei comuni del Distretto hanno mostrato approcci differenti, sicuramente la popolazione ha maturato una maggiore consapevolezza.
Alessio Carassai