MARIO BOVENZI
Cronaca

Sos vongole, maxi recinti in mare per il granchio blu

Goro, progetto che coinvolge ministero, ricercatori e tre regioni. Pronto uno studio per contare la popolazione del crostaceo

Goro (Ferrara), 21 gennaio 2024 - Alla guerra come alla guerra, anche se il nemico è ’solo’ un granchio. Istituzioni e ricercatori dell’università di Ferrara alzano il tiro per cercare di fermare l’invasione del killer delle vongole, il vorace crostaceo che a Goro chiamano ormai semplicemente il ’mostro’.

La protesta dei pescatori nello stadio di Porto Tolle, in Veneto
La protesta dei pescatori nello stadio di Porto Tolle, in Veneto

Perché solo un mostro – alla fine è una specie aliena – poteva trasformare in pochi mesi una florida economia, l’oro delle lagune, il fiume di vongole che dalla sacca usciva per finire sui nostri ristoranti e sui mercati di mezza Europa, in un paese che sembra reduce dalla guerra. Niente lavoro, barche ferme, mutui da pagare, giovani che si guardano attorno per trovare da qualche altra parte, magari al bancone di un bar, quel futuro che le chele hanno strappato via.

Alla guerra come alla guerra. A spiegare quello che bolle in pentola Edoardo Turolla, biologo dell’Università di Ferrara e responsabile del laboratorio di ricerca a Goro. Una parte della vita a studiare vongole e ostriche – anche quelle promettevano bene prima dell’arrivo del granchio –, l’altra a cercare di capire come fermare l’inarrestabile avanzata del crostaceo che finora ha solo un nemico, non molto temibile per la verità, l’uomo. Spiega Turolla, la voce bassa, quasi a misurare la rabbia che prova per quello che sta succedendo a quelle che, in un certo senso, sono un po’ le sue vongole.

"Stiamo portando avanti una trattativa con il ministero all’agricoltura e pesca, con Roma, e con le Regioni Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia per dare il via ad uno studio, al monitoraggio del granchio blu. Obiettivo, sapere quanti sono e dove sono. Stilare una mappa, con quella mappa potremmo definire tutti gli interventi, dove farli, come farli. Finora, è bene che si sappia, numeri esatti non li abbiamo ancora".

Un po’ quello che hanno già fatto in Veneto. Ma qui l’obiettivo è riprodurre lo studio in una scala molto più ampia. Il monitoraggio riguarderà tutta l’area di Goro e Comacchio, non solo due lagune. Ispra e Arpav nei giorni scorsi hanno pubblicato il report sul secondo sopralluogo, realizzato tra il 2 e 5 ottobre, per verificare l’evolversi della situazione nelle lagune del Delta del Po, in particolare nelle sacche di Scardovari e Canarin. Obiettivo, anche in quel caso, portare alla luce l’esatta presenza del granchio blu, la popolazione del killer del mare. Sconfortante il risultato, azzerrata nelle due sacche la semina. Tradotto, addio alla produzione del prossimo anno di vongole. Nel nostro spicchio di mare quello che è successo è sotto gli occhi di tutti. Migliaia di euro per comprare il seme di vongole finiti in fondo al mare, nella pancia del granchio blu. Perché, la stima più rosea, è che si sia salvato solo il 5% della semina.

La fase uno e la fase due. In questo caso è coinvolta la Regione Emilia Romagna. Di nuovo Turolla. "Puntiamo a realizzare dei recinti, quelli che possiamo definire serragli. Reti che dal fondo arrivano in superficie, verranno chiuse aree piuttosto ampie di 2 o 3 ettari". Anche qui non sarà uno scherzo. "E’ necessario da una parte bloccare il granchio blu con le maglie e dall’altra garantire condizioni naturali in modo che le vongole riescano a vivere e crescere". Un difficile equilibrio. I recinti, come gigantesche nasse, dovrebbero servire anche per catturare i "mostri".