Mitragliette rubate ai carabinieri, caccia alla seconda e alle munizioni

San Nicolò, la procura indaga contro ignoti per furto pluriaggravato e detenzione di armi da guerra. Nessuna ipotesi scartata: dal gesto di un balordo a un piano preordinato per attirare la pattuglia

Nella foto di repertorio un militare che impugna un’arma simile a quelle rubate

Nella foto di repertorio un militare che impugna un’arma simile a quelle rubate

Argenta (Ferrara), 29 febbraio 2025 – Furto pluriaggravato e detenzione di armi e munizioni da guerra: sono queste le ipotesi di accusa più pesanti contenute nel fascicolo di indagine che è stato aperto dalla procura di Ferrara, dopo il furto di mitragliette, munizioni e altro materiale in dotazione, all’interno di un’auto dei carabinieri. Fascicolo che al momento è aperto contro ignoti.

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Com’è la mitraglietta rubata ai carabinieri a Ferrara

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Grande lo spiegamento di forze per risalire all’autore o agli autori del colpo messo a segno a San Nicolò nella serata di lunedì. I militari dell’Arma stanno battendo ogni angolo di un’ampia zona attorno al luogo del furto, eseguendo perquisizioni e cercando di tracciare il percorso compiuto dai ladri. Nessuna ipotesi viene esclusa al momento dagli investigatori su un episodio molto delicato, se si considera che una delle due mitragliette M12 e due caricatori con 170 munizioni complessivamente, al momento, potrebbero essere ancora in mano ai ladri. E si tratta di un’arma, appunto, ritenuta da guerra, molto complessa da utilizzare.

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Mitragliette dei carabinieri rubate, c’è un fermo: la svolta dopo una perquisizione

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Molti gli interrogativi che ruotano attorno a un’indagine che appare articolata, considerando che l’episodio si è consumato in un’area abbastanza isolata. Quindi con le difficoltà tipiche di partire da pochi elementi certi. Ma anche che fa sorgere alcune domande cui è necessario dare risposte in tempi abbastanza brevi. A partire dal fatto se si sia trattato del gesto di un ladro, un balordo ’qualunque’ che si è trovato a passare in quella zona, per caso e vista l’auto dei carabinieri, abbia deciso di spaccare uno dei finestrini posteriori e rubare. Prendendosi la briga di cercare le mitragliatrici, i caricatori, il blocco per le multe e i manganelli. Mettere tutto in un borsone, anche questo rubato nella gazzella, e fuggire.

E qui un’altra particolarità: abbandonare quasi tutto (una delle due mitragliette, manganelli e blocco, oltre che le custodie dei caricatori nel borsone) lungo la fuga e tenersi un’arma e tutte le munizioni. A meno che anche queste non siano state abbandonate in una zona diversa dalle precedenti e ancora non recuperate. Ma se così non fosse, c’è qualcuno che sta girando, chissadove, con un’arma e 170 munizioni. E possibile che si tratti davvero di un furto estemporaneo? Oppure i militari sono stati attirati in quella zona con la ’scusa’ di un intervento per lite in famiglie e poi qualcuno, con l’auto in sosta, ha agito con premeditazione? E come ha fatto a prendere le due armi, di solito custodite in una zona ben precisa della gazzella e protette? Dubbi cui gli investigatori stanno cercando di dare risposte chiare. Paralleli e dovuti gli accertamenti sulla procedura di custodia delle armi lasciate dai militari nella gazzella, prima di salire nell’abitazione dove era stato dichiarato essere in corso la lite.