Agricoltura, la sfida del futuro parte da Ferrara

Docenti e imprenditori a confronto, al Ridotto del Comunale, sull’applicazione delle moderne tecnologie. I casi Porto Felloni e Civ

Il tavolo dei relatori intervenuti domenica mattina nel Ridotto del Teatro Comunale di FerraraRELATORI Il tavolo dei relatori intervenuti domenica mattina nel Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara

Il tavolo dei relatori intervenuti domenica mattina nel Ridotto del Teatro Comunale di FerraraRELATORI Il tavolo dei relatori intervenuti domenica mattina nel Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara

Ferrara, 24 ottobre 2018 - Coltivare significa rispettare l’ambiente e produrre cibi sani, tracciati e genuini per il consumatore, senza inquinare il terreno, senza svuotarlo di quell’energia vitale che dovrà essere il nutrimento per le future generazioni. Ecco dunque che «Innovazioni tecniche, i nuovi confini dell’agricoltura», il convegno organizzato, domenica scorsa, da Confagricoltura con il patrocinio del comune al Ridotto del Teatro Comunale Abbado, all’interno delle tre giornate di ‘Ferrara, l’agricoltura tra scienza e gusto' ha puntato sulle scoperte scientifiche e sull’agricoltura di precisione, tra esperienze concrete, reali, tangibili, di aziende del territorio.

"Per sfamare una popolazione di 10 miliardi di persone nel 2050 – ha premesso Cristiano Bendin, responsabile della redazione ferrarese de il Resto del Carlino aprendo l’incontro che ha moderato - le nuove tecnologie saranno fondamentali, nell’inscindibile rapporto tra agricoltura, innovazione e cibo». Si alza dunque la voce del mondo dell’agricoltura, dove oggi algoritmi e apparecchi satellitari, studiano il terreno incrociando i dati prima della semina e delle lavorazioni, operano e si battono per la tracciabilità dei prodotti e i sistemi innovativi di gestione dei frutteti portano risultati importanti sui mercati di tutto il mondo".

«Questo convegno si inserisce in un programma più ampio di eventi, che ha come obiettivo quello di rappresentare in un modo nuovo, educativo ed accessibile, il rapporto tra agricoltura e cibo – ha sottolineato Francesco Manca, presidente Anga di Ferrara -. E’ una sfida che coinvolge scienziati, agricoltori, consumatori, per raccontare i volti e le sfaccettature tra innovazioni tecnologiche. C’è ancora uno scollamento tra città e campagna – ha aggiunto -. Vogliamo cercare di avvicinare i due mondi, creare un’alleanza affinché il cittadino consumatore non ricada in falsi miti, spesso addirittura antiscientifici. E’ un obiettivo di riequilibrio culturale – ha aggiunto -. Far parlare gli scienziati e chi applica in campo le tecnologie per essere coinvolti in quello che vuole dire portare avanti un metodo scientifico». Proprio all’Università di Ferrara, Gabriella Marchetti, studia le biotecnologie applicate all’agricoltura: «Il nostro destino non è definito, se non per la ridotta quantità del 30%, dal Dna che abbiamo ereditato – ha spiegato la ricercatrice – il resto dipende dallo stile di vita ed in primis dall’alimentazione».

Da qui uno studio in corso sulle pere Abate e sui polifenoli «In grado di agire sulle malattie degenerative arrestandone la crescita». Luigi Fenati, presidente della Fondazione per l’agricoltura ‘Fratelli Navarra’, ha sottolineato la ricerca, la sperimentazione e l’innovazione, portate avanti dall’ente che lavora sul territorio e che vuole proporre agli agricoltori «Linee tecniche produttive - ha spiegato - che dimostrino anche l’economicità e le ricadute per le aziende agricole. Obiettivo – ha aggiunto Fenati – è sperimentare e divulgare portando qualcosa di migliorativo nel mondo dell’agricoltura».

Meno prodotti chimici e trattamenti e più innovazione: fragole e mele arrivano sui mercati di Olanda, Belgio, Inghilterra, grazie ad un network di aziende di cui ha parlato Marco Bertolazzi, variety manager del Consorzio italiano vivaisti. La società agricola Porto Felloni, di Cristiano e Massimo Salvagnin, con terreni a Lagosanto, Comacchio e Fiscaglia, è un esempio di successo di come l’uso delle metodologie legate all’agricoltura di precisione possa «Aumentare la produttività – hanno spiegato – salvaguardando l’ambiente, là dove il nostro valore aggiunto sono i dati, i rilievi satellitari, gli algoritmi che li incrociano».