Le parole del mister: "Abbiamo ricompattato l’ambiente». "Servivano fiducia e serenità. E il mercato di gennaio ha aiutato»

La Spal raggiunge la salvezza grazie ai gol di Zilli e Valentini. Il tecnico Di Carlo sottolinea l'importanza di mettere la squadra al centro del progetto e valorizzare i giocatori. La leadership di Antenucci e l'impegno di tutti sono stati fondamentali per il risultato.

"Servivano fiducia e serenità. E il mercato di gennaio ha aiutato"

"Servivano fiducia e serenità. E il mercato di gennaio ha aiutato"

Con i gol di Zilli e Valentini è arrivata finalmente la salvezza matematica per la Spal. Il tecnico biancazzurro nel dopo partita tira un po’ le somme del suo "Di Carlo (nella foto) bis". "L’obiettivo con il Pineto era fare tre punti – spiega –, giocavamo in casa in una cornice davvero bella, con lo stadio pieno che ha spinto la squadra. Nel primo tempo abbiamo giocato bene ma non benissimo, nel secondo invece abbiamo fatto una partita di livello e qualità alta. I singoli giocatori sono cresciuti molto, la vittoria è stata meritata. Da quando sono tornato abbiamo fatto 25 punti, era l’unico modo per provare a fare qualcosa di più della salvezza, poi purtroppo non è dipeso solo da noi. Faccio i complimenti a squadra, società e tifosi, tutti hanno partecipato compatti per raggiungere questi 46 punti".

Qual è stata la componente più importante nel raggiungimento della salvezza dal suo ritorno?

"Avere messo al centro del progetto la squadra. In quel momento aveva bisogno di serenità, di fiducia, di un condottiero che desse qualcosa di diverso come atteggiamento e gioco. Sono stati cambiati completamente i crismi della squadra, mettendo quattro attaccanti. Se volevamo raggiungere il maggior numero di punti era necessario essere a quattro davanti per provare a vincere più gare possibili. A gennaio la società ha fatto un mercato che ha portato più scelte e qualità, io ho cercato di mettere in campo le risorse a disposizione e farle rendere al meglio. Il lavoro maggiore è stato sulla testa, sapevamo che il valore dei giocatori era maggiore rispetto a quanto si era ottenuto sul campo, bisognava farlo esprimere nel migliore dei modi".

Con l’obiettivo salvezza raggiunto pensa di aver meritato una riconferma?

"Io faccio il mio lavoro meglio che posso. Ero arrivato a Ferrara con altri obiettivi, non la salvezza. Da quando sono tornato abbiamo ricompattato un po’ tutto e i tifosi hanno capito chi siamo. Siamo diventati squadra, rimettendo il gruppo al centro. C’è un’altra partita, dopo di che se si vorrà se ne parlerà. Per vincere bisogna costruire e dare continuità, questo è il mio pensiero".

Al suo ritorno aveva messo subito in prima linea Mirco Antenucci. Quando ha pesato la personalità del capitano in questo risultato finale?

"Antenucci, Valentini, Bruscagin, Siligardi, Buchel, un po’ tutti i "vecchi" se così vogliamo dire, li ho tanto responsabilizzati. Attraverso di loro ho cercato di dare sicurezza, serenità e fiducia anche agli altri. Sono stato bravi loro a seguirmi perché tutti si sono messi a disposizione dal primo giorno. Il capitano e i più esperti si sono messi sulle spalle le responsabilità maggiori. Ma anche i giovani sono stati fondamentali, senza non saremmo andati da nessuna parte". Beatrice Bergamini

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