"Spal, niente drammi Si può tornare in alto e Tacopina resterà"

"Joe ha investito 25 milioni in due anni e la società è sua: non se ne andrà. Noi? Non torniamo, il calcio oggi ha dei costi non accessibili, per questo. abbiamo deciso di vendere. Ai tifosi dico di non perdere fiducia e coraggio".

C’era anche con il Parma al Mazza a vedere la Spal affondare in serie C e mai in realtà è mancato in casa dall’inizio della sfortunata stagione. Francesco Colombarini, l’autore, insieme al figlio Simone, della scalata delle meraviglie dalla C alla A, prese le redini della società biancazzurra esattamente dieci anni fa. Dopo tre anni di serie C, con l’avvento di Leonardo Semplici iniziò la grande cavalcata che in due anni portò i biancazzurri nella massima serie. Ora ha visto tornare la Spal in quella terza serie dalla quale con grande difficoltà ci si era allontanati dopo tanti anni, per la precisione ventiquattro.

Francesco, si aspettava che la Spal retrocedesse in serie C? "A dire la verità proprio no, però bisogna anche dire che sono situazioni che possono capitare. Mi sento di dire di non farne un dramma, sia da parte dei tifosi sia da parte della proprietà, nel calcio si vince e si perde, e ricapiterà che la Spal vincerà". Eravate riusciti a riportare la Spal in serie B dopo ventiquattro anni e torna in terza serie dopo soltanto sette stagioni… "E’ vero, ma siamo rimasti anche noi in serie C tre anni prima di riuscire a fare il salto della promozione, mica due giorni. Noi siamo sempre stati gente da serie C, poi le cose sono andate come sono andate, oltre le più rosee previsioni. Ma non bisogna perdere la fiducia e il coraggio anche se in questo momento c’è tanta delusione e amarezza".

Ora si ripiomba lì nella terza serie, con una squadra che non ha brillato per prestazioni. Lei che impressione ha avuto?

"I risultati ottenuti sono da squadra mediocre, poi cosa ci fosse dentro lo spogliatoio da fuori non possiamo saperlo. Nessuno può escludere che il prossimo anno si faccia un bel campionato di serie C e si torni su subito, chi può dirlo?".

Pensa che la frattura tra tifosi e il presidente Tacopina si potrà ricomporre?

"Per me sì, mi auguro che sia così. Penso che Joe resterà, anche perché la Spal è di sua proprietà e ci ha investito oltre venticinque milioni di euro… Non vedo dove potrebbe andare. La contestazione che ha ricevuto era nell’aria, con un risultato del genere ottenuto dalla squadra era immaginabile che succedesse". A chi si chiede se un ritorno della famiglia Colombarini al timone della Spal sia possibile cosa risponde?

"Che lo escludo. Abbiamo già impiegato troppi soldi, se avessimo avuto intenzioni diverse non l’avremmo venduta. I costi nel mondo del calcio sono troppo alti. Ancora oggi ogni tanto c’è qualcuno che quando mi vede mi ricorda i milioni presi per Lazzari. A me viene da ridere, con quei soldi si faceva poco più di un mese di gestione in serie A".

La Spal ha ruotato ben tre allenatori sulla sua panchina, Venturato, De Rossi e Oddo, senza risultati diversi in termini di punti in tutti e tre i casi. Un errore cambiare tre tecnici? "Questo io non lo posso sapere. Dico solo che l’allenatore è la figura preposta a tenere unita la squadra e che deve cercare di recuperare le cose in casi di dissidi interni… Però cosa ci fosse all’interno dello spogliatoio da fuori non possiamo saperlo".

Le ha fatto impressione vedere in campo un giocatore del calibro di Nainggolan?

"Ho visto un grande giocatore, che ha fatto vedere ottime cose. Saltava agli occhi subito che lì c’era una classe tutta diversa. Però purtroppo fisicamente si vedeva che forse era un po’ in difficoltà, anche se ha fatto quello che ha potuto dando una mano alla squadra. Però, un uomo solo non può fare la differenza in campo".

Beatrice Bergamini

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