Spal, senti l’ex Cabeccia. "Torres, realtà in crescita. E il lavoro di Colombino è stato fondamentale»

Il sassarese, biancazzurro dal 2008 al 2010, parla del ds seguito a Ferrara

"Torres, realtà in crescita. E il lavoro di Colombino è stato fondamentale"

"Torres, realtà in crescita. E il lavoro di Colombino è stato fondamentale"

Sono passati circa 15 anni da quando Marco Cabeccia indossava la maglia della Spal. Due stagioni tra il 2008 e il 2010 che gli sono bastate per innamorarsi della nostra città e dei colori biancazzurri. Era una delle primissime esperienze da professionista per il difensore sassarese, che oggi a 36 anni anni continua a giocare a pallone nella propria città. Non nella Torres, ma nel Latte Dolce. Una piccola società espressione di un quartiere popolare di Sassari che da diversi anni si ritaglia un posto nel campionato di serie D.

Proprio al Latte Dolce qualche anno fa si sono incrociate le strade di Cabeccia e del direttore sportivo Andrea Colombino, che ora lavora nell’ambiziosa Torres e che a quanto pare è tra i principali candidati a prendere il posto di Filippo Fusco nel ruolo di direttore dell’area tecnica della Spal. "Innanzitutto, per capire bene quello che molti considerano il miracolo Torres è necessario conoscere il contesto – spiega Cabeccia –, perché in realtà per quanto mi riguarda questo exploit non è affatto una sorpresa".

A cosa si riferisce?

"La proprietà della Torres aveva cominciato a fare calcio proprio nel Latte Dolce, quindi è una realtà che conosco perfettamente. Si tratta di un gruppo imprenditoriale con grosse potenzialità economiche e piuttosto ambizioso, che ad un certo punto ha deciso di lasciare il quartiere e alzare l’asticella acquisendo la Torres".

Il direttore sportivo Colombino cosa c’entra in tutto questo?

"Tra i vari giocatori e dirigenti che si sono trasferiti alla Torres c’è anche lui, che in precedenza aveva lavorato al Latte Dolce. In questo modo Colombino ha avuto la possibilità di confrontarsi con una realtà importante, in una regione come la Sardegna che purtroppo non regala grosse opportunità per fare calcio a certi livelli".

Il merito di questo salto di qualità quindi è soprattutto della società?

"Tutte le componenti hanno fatto la propria parte in maniera egregia, ma è evidente che per raggiungere certi traguardi è indispensabile la presenza di una proprietà con determinate caratteristiche. Colombino è stato abile ad effettuare una serie di colpi importanti, che certificano il valore di una rosa che non è stata certo allestita soltanto per conservare la categoria, come invece ho sentito affermare ripetutamente".

A Sassari sono circolate indiscrezioni sul futuro di Colombino?

"No, tutta l’attenzione della piazza è rivolta ai playoff, che possono davvero aprire le porte del paradiso per una città come Sassari che non è mai stata in serie B. Tutto quello che riguarda la prossima stagione penso verrà deciso alla fine di questi spareggi".

Quali sono le caratteristiche del direttore sportivo della Torres?

"Intanto è un dirigente giovane e preparato, animato da una passione che lo ha portato dal Latte Dolce al Carbonia e poi alla Torres, che è la sua prima piazza importante. Nel giro di un triennio ha vinto i playoff di serie D, centrato una salvezza tranquilla in C e quest’anno un bel secondo posto rispondendo presente quando la società ha alzato il tiro".

Stefano Manfredini

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