Diga di Ridracoli Forlì e alluvione: “Nessun pericolo”. Pronti a denunciare Red Ronnie

Bernabè, presidente di Romagna Acque : "C’è chi ci ha dato la colpa per l’alluvione, niente di più falso. Dopo i no vax ora tocca ai ’no diga’: teorie antiscientifiche. I fiumi esondati sono in altre vallate"

Forlì, 24 maggio 2023 – Tonino Bernabè presidente di Romagna Acque - Società delle Fonti SpA, alcune persone in questi giorni usano la rete e i social per diffondere fake news. Tra queste c’è anche chi ha incolpato la diga di Ridracoli dell’alluvione e chi ha diffuso questo messaggio, come il conduttore televisivo Red Ronnie. Li denuncerete per queste voci infondate?

"Certamente. Abbiamo dato mandato come cda ai nostri legali di raccogliere tutto il materiale in rete da consegnare poi alla Polizia Postale per individuare anche chi si nasconde dietro i nickname. Red Ronnie è un personaggio pubblico, conosciuto e si dovrà prendere le sue responsabilità visto che il post che ha condiviso lunedì è stato già visualizzato da 80mila utenti. Ci sono gli estremi per denunciarlo per procurato allarme, diffamazione e calunnia".

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Al di là della giusta lotta alle fake news diffuse in una fase emergenziale, ultimamente il ruolo della diga di Ridracoli è molto enfatizzata come esempio di infrastruttura virtuosa. La diga, entrata in funzione nel 1982, è nata per dissetare la Romagna e aiutare a fermare la subsidenza che colpisce Ravenna in particolare, ma non come strumento di difesa idrogeologica.

"Certamente. La funzione primaria resta quella di dare buona acqua a un milione di romagnoli. Inoltre, con la centrale Enel di Isola (S. Sofia), produce anche energia elettrica. Aggiungo che la diga e l’invaso sono inseriti nel Parco nazionale, un ambiente di foreste secolari che proteggono i territori circostanti, il lago e la diga stessa dall’interramento e dove interveniamo direttamente o indirettamente per favorire lavori di difesa e di manutenzione dei versanti che si sono rilevati particolarmente utili per la stessa sicurezza idrogeologica. Senza dimenticare che la presenza del lago ha anche una funzione antincendio".

Quindi da cosa nascono queste critiche sui social che incolpano la diga di aver contribuito all’alluvione rilasciando l’acqua sul Bidente?

"Ci troviamo di fronte a persone che credono a teorie antiscientifiche, che sono passate dalle battaglie no vax a quelle no diga. Persone contrarie a priori alla costruzione di infrastrutture, non capendo che esistono infrastrutture utili e infrastrutture dannose. L’uomo deve adattarsi ai cicli naturali e costruire infrastrutture necessarie a metter in sicurezza i territori, visti i rapidi cambiamenti climatici. Magari le istituzioni dovranno operare con più velocità e coordinarsi tra di loro. Aggiungo una semplice constatazione. Le piogge eccezionali dei giorni scorsi hanno fatto esondare il Savio, il Montone, il Rabbi e anche il Lamone, vallate prive di una diga. In val Bidente, ad esclusione dell’esondazione circoscritta di Meldola a causa del torrente Voltre, non si sono registrati problemi seri".

Entriamo nel merito del rilascio d’acqua nel Bidente effettuato lunedì 15 maggio.

"La diga era da qualche giorno in situazione di sfioro (tracimava), ma assolutamente controllata. La diga tracima perché il lago ha raggiunto la massima portata di sfioro a 557,30 metri e il lago supera i 33 milioni di metri cubi d’acqua. Secondo i protocolli di gestione, nella tarda serata di lunedì abbiamo iniziato a rilasciare 16 metri cubi al secondo fino a martedì mattina, per un totale di circa 700 mila metri cubi d’acqua. Una manovra preventiva concordata con Regione, Provincia e Prefettura, ma abbiamo subito recuperato le quantità d’acqua a causa delle abbondanti precipitazioni e la diga ha tracimato come fa una vasca da bagno quando si riempie d’acqua. E’ iniziata la laminazione e l’acqua ha lasciato spazio ad altra acqua che, senza Ridracoli, avrebbe però inondato le zone circostanti".