Erika Bravi scomparsa, il grido della famiglia: "Qualcuno le ha fatto del male"

I genitori della donna di Forlì non credono che sia sparita da sola a Marsiglia. Intanto spunta un laconico messaggio a un collega. È emerso inoltre che l’ex cuoca non aveva incassato l’ultimo stipendio e la liquidazione

Rita Ciafardini e Zelio Bravi, genitori della donna scomparsa Erika Bravi, nel tondo (Salieri)

Rita Ciafardini e Zelio Bravi, genitori della donna scomparsa Erika Bravi, nel tondo (Salieri)

Forlì, 21 agosto 2023 – “Erika non se ne sarebbe mai andata lasciando da soli i suoi figli. Da loro non si staccava mai". La madre di Erika Bravi, la 45enne di Forlì scomparsa a Marsiglia il 25 luglio scorso, non crede che sua figlia si sia allontanata volontariamente.

La polizia francese è molto fiduciosa, pensa che presto ritroverà mia figlia e l’ipotesi principale avanzata dagli inquirenti è che si sia trattato di un allontanamento volontario – dice Rita Ciafardini – ma io, che conosco bene Erika, so che non avrebbe mai lasciato soli i suoi figli, soprattutto senza avvisarli. C’è dell’altro. Io credo che ci sia di mezzo qualcuno, qualcuno che le ha fatto o che le sta facendo del male. Erika non può essere sparita così, nel nulla, da sola. In più è senza passaporto". A quasi un mese dalla scomparsa della donna, la vicenda è ancora avvolta nel mistero. Rita Ciafardini, la mamma di Erika, resta in attesa di una risposta, incollata ad un telefono che non accenna a squillare. La notte fatica a dormire, non si dà pace. "Come mamma, sono sempre più in agonia per la scomparsa di mia figlia – dice – i pochi indizi che sono venuti fuori fino a questo momento per me sono insignificanti, io ho bisogno della verità". E la verità, i familiari di Erika hanno diritto di saperla.

Tra gli indizi a cui si riferisce mamma Rita c’è un messaggio risalente alla mattina del 31 luglio. Un messaggio che sarebbe stato inviato da Erika a un collega, uno chef che lavorava a stretto contatto con Erika, che era cuoca in un ristorante a Marsiglia. Un messaggio scritto alle 8.55 del mattino in un francese maccheronico. ’Sa va’, queste le parole digitate al collega, che secondo una prima interpretazione vorrebbero dire ’va tutto bene’. Poi dopo quel messaggio, più nulla.

Erika Bravi, 45 anni, nella città francese era arrivata nel 2016 assieme al marito (un uomo di origine marocchina) e i due figli avuti da quel matrimonio, un ragazzo di 18 anni e uno di 12. Il pomeriggio del 25 luglio Erika e il figlio maggiore si dovevano incontrare per visitare un appartamento. Erika stava cercando casa. Un anno fa aveva divorziato dal marito e aveva lasciato la sua abitazione, poi era stata ospitata dal datore di lavoro. È stato il figlio maggiore a lanciare l’allarme il 25 luglio e pochi giorni dopo lui, il fratello minore e il padre sono partiti per il Marocco.

Ora il ragazzo è tornato a Marsiglia, mentre il fratello e il padre sono ancora in Marocco.

Erika aveva sentito i genitori al telefono alle 14.30 del 25 luglio. "In quella telefonata mi ha detto che doveva incontrare il figlio 18enne – dice mamma Rita – ma a quell’appuntamento non si è mai presentata. Era stanca, da poco aveva ricevuto lo sfratto, io le ho detto che tutto si sarebbe risolto".

Il comitato scientifico ricerca scomparsi di Forlì sta indagando sulla vicenda. È emerso recentemente che in questo periodo Erika non ha mai incassato il suo ultimo stipendio da cuoca e neppure la liquidazione maturata dopo aver lasciato il lavoro.