REDAZIONE FORLÌ

"Un dovere agire per integrarsi"

Youssef Laazizi, metalmeccanico marocchino a Forlì, si candida con Forza Italia per favorire l'integrazione e essere esempio per giovani stranieri nati in Italia. Propone scambi culturali, corsi di lingua e volontariato come chiavi per l'integrazione.

"Un dovere agire per integrarsi"

Youssef Laazizi ha passato 18 dei suoi 39 anni a Forlì. Originario del Marocco, dove si è laureato in Economia e commercio, ha poi lavorato in Italia sempre come metalmeccanico. Sposato, i suoi due figli sono nati e cresciuti in città. Arbitro del Centro Sportivo Italiano è anche autista soccorritore del comitato locale della Croce Rossa Italiana. Ha fatto parte della Consulta stranieri durante la giunta guidata da Davide Drei.

Cosa l’ha spinta a candidarsi per il consiglio comunale con Forza Italia?

"Non sono un politico, ma sin da piccolo mi hanno sempre insegnato il rispetto dei diritti e dei doveri. In questi anni ho conosciuto Giuseppe Petetta e Rosaria Tassinari, ho visto come si muove il partito e qui ho ritrovato quei valori che mi hanno sempre insegnato".

In cosa vuole contribuire?

"Credo di avere l’opportunità di contribuire all’integrazione nella comunità locale, poter anche essere una voce della comunità straniera a Forlì. E poi anche un’altra cosa".

Quale?

"Un passo, quello che faccio io, che possa essere utile e di esempio per la prossima generazione di giovani stranieri, nati in Italia, a impegnarsi a loro volta per la comunità in cui tutti viviamo".

La generazione di cui fanno parte i suoi figli?

"Sì. A casa mia figlia di 6 anni canta Romagna mia".

Cosa può fare il Comune per favorire maggiormente l’integrazione?

"Programmi di scambio culturale anche attraverso eventi multiculturali che comprendano anche la gastronomia. Essenziali sono i corsi di lingua italiana, senza conoscere l’italiano non c’è integrazione. Potenziare i centri di assistenza, come quello in via Caterina Sforza. Anche il mondo del volontariato è un ottimo volano di integrazione, prendo l’essere volontario della Cri come esempio. Il mondo della scuola è un ottimo punto di partenza per insegnare il rispetto e l’integrazione".

Matteo Bondi