ENRICO AGNESSI
Cronaca

Proteste e dietrofront: "Velox sulla Bretella inattivi da settembre". Lega contro Panieri

Il consigliere Carapia critica i controlli fatti in estate per pochi giorni: "Si è trattato di un prelievo forzoso dalle tasche dei cittadini. Una trappola per fare denari, il sindaco dia spiegazioni"

Proteste e dietrofront. "Velox sulla Bretella inattivi da settembre". Lega contro Panieri

Proteste e dietrofront. "Velox sulla Bretella inattivi da settembre". Lega contro Panieri

Imola, 23 febbraio 2024 – Prima le proteste, poi il dietrofront. Una volta deflagrate le polemiche estive sull’accensione a sorpresa dopo anni di inattività e sull’utilizzo di auto civetta per il controllo del loro funzionamento, gli autovelox della Bretella hanno ricominciato a sparare a salve. "Dal primo settembre al 31 dicembre 2023, sull’asse attrezzato, non ci sono stati servizi di rilevamento velocità", conferma la Polizia locale in risposta a un’interrogazione presentata dal consigliere comunale della Lega, Simone Carapia. Insomma, quella che era un sensazione diffusa tra gli automobilisti trova pieno riscontro nella ricostruzione del comando di via Pirandello.

"Chi contestava l’opportunità e il metodo aveva ragione – commenta Carapia – Perché altrimenti, dopo che il comando si è prodigato a ribadire in tutte le sedi che l’accertamento è avvenuto nel pieno rispetto delle regole, non si capisce come mai dopo il ‘rimprovero’ della Prefettura non siano più stati fatti servizi di rilevamento".

Ecco perché l’esponente del Carroccio chiama in causa l’amministrazione comunale. "Prima si è giustificata col dire che i controlli della velocità si erano resi necessari per l’alto tasso di incidentalità nella Bretella, e che è giusto che gli automobilisti rispettino i limiti (verissimo). Ora cosa ci racconta? - domanda Carapia –. Che dopo tre giorni di velox con centinaia di verbali recapitati agli imolesi il problema si è magicamente risolto? Bastava questo? Ora i cittadini rispettano i limiti?".

Insomma, alla luce dell’operato della polizia locale, Carapia è convinto che le obiezioni avanzate in estate dal Carroccio e da tanti automobilisti fossero fondate. "Quando si diceva che quello specifico servizio è stato esclusivamente un prelievo forzoso dalle tasche dei cittadini non si sbagliava – rivendica il leghista –. Altrimenti non troverebbe giustificazione avere interrotto all’improvviso l’attività di rilevamento e a oggi non più ripresa. Accendere uno strumento spento da cinque anni per fare tre o quattro servizi e rispegnerlo se non è una trappola per fare denari ci spieghi candidamente il sindaco Panieri cos’è".

E se invece quella di attivare gli autovelox fosse stata una decisione presa dai vertici della polizia locale, senza il via libera del Comune? "A quel punto, sarebbe ora di dirlo chiaramente ai cittadini e rimediare – prosegue Carapia – mettendo al comando qualificate e capaci di rendere un servizio efficiente alla cittadinanza e non di sfruttare il personale come agenti di ‘riscossione’ e basta".

Nonostante il periodo di accensione limitato degli autovelox, i multati sono stati tanti. Tanto sulla Bretella, quanto lungo le strade del territorio (le vie Lughese e Correcchio e sulla Montanara) sulle quali si sono accesi i nuovi occhi elettronici. I ricorsi però non sono stati poi molti. Sempre secondo i dati forniti dalla polizia locale, si parla di un totale di 30 appelli tra Prefetto e Giudice di Pace in tutto il 2023. Pochi in particolare questi ultimi (cinque e tutti respinti, ma poi ne è stato accolto uno a inizio 2024), con gli automobilisti forse dissuasi dal contributo unificato da versare per il solo deposito del ricorso, oltre 40 euro, talvolta anti-economico rispetto alla sanzione contestata.

Molto più alto il numero di ricorsi al Prefetto (25) modalità che non comporta alcuna spesa istruttoria ma che in caso di soccombenza vede raddoppiare l’importo della multa. In particolare, il Prefetto giudica solo la legittimità della sanzione e non il merito, e questo significa che se molti hanno deciso di ricorrere al Prefetto è perché ritengono che siano state commesse irregolarità nell’accertamento, scegliendo di ricorrere, col rischio di vedersi raddoppiato il debito con l’amministrazione.