Ma è solo il primo passo

Doriano Rabotti

Ogni lunga marcia inizia con un piccolo passo, va bene. E sicuramente quella fatta ieri dal calcio femminile è una falcata che lascerà un’impronta profonda, nella storia del nostro sport come minimo. Perché hai voglia di celebrare i successi delle donne, che negli ultimi anni hanno spesso e volentieri salvato il bilancio delle spedizioni azzurre in quasi tutte le discipline: senza un vero trattamento equivalente sul piano economico e delle tutele, sarebbero solo parole vuote. Da ieri invece qualcosa di vero è stato versato, nel bicchiere dei diritti delle sportive, almeno delle calciatrici.

Ma la vera rivoluzione è ancora lontana, e arriverà quando ci saranno più donne a prendere le decisioni che contano. Magari non è un caso che questo traguardo intermedio, per rubare un termine al ciclismo, sia arrivato quando c’è una donna di grande grinta come Valentina Vezzali in un ruolo decisionale vero come un sottosegretariato. Ma ci permettiamo di dire che il traguardo da festeggiare davvero sarà quello di vedere tante donne al comando, e non solo con ruoli ornamentali. Qualcosa si muove, se è vero che nelle 44 Federazioni sportive italiane le consigliere sono passate da 50 a 120, di cui 13 vicepresidenti e una, Antonella Granata, presidente della federazione squash da qualche mese. E’ la prima e unica donna a capo di una federazione, in assoluto.

Di strada ce n’è ancora tanta.