Arresto, il sottosegretario Molteni: "Impossibile giudicare da un video. No a processi sommari ai militari"

Ospite a un convegno del Siulp, ha invitato a "non criminalizzare e delegittimare le forze dell’ordine". Al centro delle polemiche il filmato circolato in rete che mostra un 23enne preso a pugni da un carabiniere

Modena, 17 marzo 2024 – "Non mi accodo assolutamente a quello che è diventato un triste sport nazionale, cioè il tentativo di demonizzare e delegittimare, criminalizzare le forze di polizia. I processi sommari, mediatici e di piazza semplicemente sulla base di alcuni frame di un video credo non siano assolutamente accettabili".

Così il Sottosegretario al Ministero dell’Interno Nicola Molteni – ospite a Carpi a un convegno del Siulp – interviene sul video della durata di un minuto o poco più realizzato mercoledì mattina davanti al teatro Storchi, in cui si vede un carabiniere del Radiomobile di Modena che, con accanto il collega, prende a pugni un giovane straniero nel tentativo di farlo salire nel mezzo di servizio.

Il Sottosegretario dell’Interno Molteni
Il Sottosegretario dell’Interno Molteni

Il 23enne guineano, Idrissa Diallo prima al giudice (nel processo per direttissima) e poi alla stampa ha spiegato di essere stato picchiato "senza motivo" dai militari intervenuti per identificarlo (Non aveva con sé i documenti). Alcuni passanti e testimoni, però, sostengono che sia stato al contrario il giovane a colpire per primo i militari e ad opporre resistenza. Ora a ‘chiarire’ la situazione saranno i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona, già acquisite dall’Arma e ora sul tavolo della procura. I video permetteranno di ricostruire quanto accaduto alle 9 del mattino di mercoledì in pieno centro storico, davanti agli occhi elettronici e non solo. "Io tutelo l’operatività delle forze di polizia – afferma Molteni – ci sono accertamenti in corso e vedremo come si concluderanno. Vedo però una frenesia da parte di troppi a criminalizzare le forze di polizia: reputo questo tentativo di criminalizzazione a priori estremamente pericoloso, perché le forze di polizia sono un baluardo non solo di sicurezza e legalità ma anche di democrazia. Mettere in discussione un baluardo di democrazia rischia di mettere in discussione la democrazia stessa. Nei confronti delle forze dell’ordine serve maggior rispetto che oggi non vedo esserci da parte di tutti. Quindi – conclude – attenzione a criminalizzare a priori e a prescindere le forze di polizia semplicemente sulla base di un frame che probabilmente non dice tutto di quanto accaduto e se lo dico, lo dico anche a ragion veduta. Per cui difendo l’operato delle forze dell’ordine che non vanno strumentalizzate ma tutelate, difese e valorizzate ed è quello che tento di fare da anni".

Ad intervenire sull’accaduto anche Felice Romano, segretario Generale Siulp. "Quello che è accaduto a Modena è ciò che da tempo avviene su tutto il territorio nazionale: è il clima di caccia alle streghe verso le forze di polizia che ci preoccupa. Il Siulp da anni chiede le webcam per gli operatori di polizia perché non abbiamo nulla da temere, una forma di tutela. Per quanto riguarda il filmato modenese diffuso in rete, infatti, se gli operatori avessero avuto la webcam oggi potremmo basarci non su un frame soltanto, ma sull’intera sequenza del filmato, che rappresenta quanto accaduto. Nell’incontro con la premier Meloni – conclude Romano – ho chiesto che, se si ravvisano in tal senso impedimenti legislativi, gli stessi vengano corretti insieme al garante della privacy. Non vogliamo fare ‘schedature’ delle persone ma documentare l’operato delle forze dell’ordine perché ciò andrebbe a garanzia di tutti".

Il legale del giovane guineano, l’avvocato Barbara Bettelli ha spiegato che con il proprio assistito si sta valutando il deposito di una querela nei confronti dei carabinieri intervenuti.

Il 23enne, fin da subito, ha sostenuto di essere stato aggredito, non solo per strada, ma anche in caserma, solo perché senza documenti. Le indagini in corso chiariranno l’intera vicenda.