REDAZIONE MODENA

"Bagnoli meritava di allenare la nazionale"

Il ricordo dell’allora presidente Giovanni Vandelli: "Con lui un rapporto splendido. Mi introdusse in un mondo che non conoscevo"

Il presidente dell’allora Volley Modena Giovanne Vandelli insieme al tecnico di allora, Daniele Bagnoli, scomparso due giorni fa

Il presidente dell’allora Volley Modena Giovanne Vandelli insieme al tecnico di allora, Daniele Bagnoli, scomparso due giorni fa

Ogni fuoriclasse ha un suo scopritore e senza discussione il pigmalione di Daniele Bagnoli è stato Giovanni Vandelli, l’imprenditore reggiano che nel 1993 rilevò la Panini dalla storica proprietà, rilanciandola ad altissimo livello per oltre un decennio e raccogliendo una serie di successi ancora ineguagliata. La Daytona Volley di Modena spiccò il volo proprio con Bagnoli, che dopo anni di gavetta nel mantovano fu notato da Giovanardi, da Vandelli ma soprattutto da "Riccardo Pippi, il vero scopritore di Bagnoli è stato lui, il fratello di Damiano". A raccontarlo proprio Vandelli, con la solita verve e la voce commossa.

Come avvenne la scelta di Bagnoli per lanciare la sua Daytona? "Me lo segnalò Pippi nell’estate 1993, appena dopo il suo grande campionato con la Latte Giglio, a Reggio Emilia, in cui conquistò la promozione in serie A1. Mi fidai e feci molto bene".

Che rapporto aveva con lui? "Eccezionale. Era un maniaco della pallavolo che mi ha insegnato molto di un mondo che per me era quasi del tutto sconosciuto".

Vi confrontavate in maniera diretta? "Certo, e qualche scontro l’abbiamo avuto come era normale che fosse, ma mi insegnò anche come fare mercato al meglio, come muovermi tra i giocatori. Sosteneva sempre che era meglio prendere i buoni giocatori dai concorrenti perché indebolivi l’avversario oltre che a rafforzarti tu".

E lei i grandi giocatori li prese "Se c’era un fuoriclasse importante che giocava in una squadra di metà classifica non lo prendevo, se potevo invece soffiarne uno a Cuneo o a Treviso mi ci buttavo subito".

Qualche screzio? "Un litigio che poi abbiamo sanato fu quando ebbe l’incidente nel 1997 e subentrò Franco Bertoli come allenatore: alcune cose si erano incrinate, ma nel giro di pochi anni aggiustammo tutto".

Che ricordo lascia? "Per me Bagnoli è stato il numero uno assoluto, è quello che ha vinto più di tutti nel mondo del volley, appartiene ai grandi dello sport sotto rete. Un grande competente, che ha vissuto per la pallavolo tutta la vita".

Ultimamente era un po’ uscito dai radar? "Quando non è stato più cercato, un po’ si è spento. E nonostante una bacheca così ricca, penso che non abbia ottenuto tutto quello che si meritava". Cioè? "Non gli è mai stata affidata la panchina della Nazionale".

Il Bagnoli privato, che uomo era? "Un po’ chiuso, ma nelle serate giuste diventava anche brillante. In più era un uomo di cultura".

Alessandro Trebbi