
Confcommercio plaude alla misura che entra in vigore dal primo luglio "Gli affitti brevi hanno generato fenomeni di concorrenza sleale".
Nuova modulazione della tassa di soggiorno per le strutture extra-alberghiere che, dal 1° luglio aumenterà di un ulteriore euro in aggiunta a quanto già deliberato a febbraio per case ed appartamenti per vacanza gestiti in forma di impresa; case e appartamenti per uso turistico di proprietà di privati; attività saltuarie di alloggio e prima colazione; case per ferie; Bed&Breakfast e affittacamere.
La misura nasce a seguito di un confronto tra l’amministrazione e le associazioni di categoria, da cui è emersa la necessità di intervenire maggiormente sui cosiddetti ’affitti brevi’ rispetto all’offerta alberghiera. Le eventuali maggiori entrate che deriveranno da questo aumento della tassa di soggiorno per le strutture extra-alberghiere, si legge nella delibera approvata mercoledì 30 aprile dalla Giunta comunale, "contribuiranno a rafforzare le politiche e le progettualità di attrattività e promozione della città in direzione di un turismo qualitativo, mantenendo il vincolo di destinazione di spesa turistica".
"E’ corretto l’approccio dell’amministrazione Comunale, sostenuto da Confcommercio nei tavoli di confronto avviati: la tassa andava da tempo sostanzialmente innalzata a chi, come gli affitti brevi, più ogni altra attività ha potuto trarre frutti considerevoli dell’incremento del turismo a Modena senza aver contribuito per fare della città capoluogo una ambita meta turistica, come invece ha fatto il comparto alberghiero investendo decine di milioni di euro". Così Luca Bagnoli, vicepresidente Confcommercio città di Modena.
"Gli affitti brevi, complice una legislazione nazionale insufficiente – continua Bagnoli – non hanno solo generato fenomeni di concorrenza sleale verso gli alberghi, ma hanno alimentato una vera e propria bolla speculativa sugli affitti: il loro sviluppo incontrollato – si contano 1000 posti letto in città, di cui il 75% in centro storico – ha avuto conseguenze devastanti, sotto gli occhi di tutti: prezzi alle stelle, impossibilità di reperire appartamenti di piccola-media taglia, graduale e repentina espulsione di residenza, lavoratori e famiglie dal centro storico. Aziende manifatturiere, il settore dell’istruzione, l’università, le forze dell’ordine, il mondo della sanità, gli enti che erogano servizi di interesse per cittadini ed imprese - attacca Bagnoli - hanno sempre più gravi difficoltà a reperire personale; in non pochi casi lavoratori e proprie famiglie preferiscono letteralmente fuggire da Modena, che ormai ha costi per la casa insostenibili, paragonabili a metropoli come Milano o Roma”.
"Ciò che devo molto preoccupare – dichiara Bagnoli – è il rapido cambio di identità anche commerciale che sta provocando l’esplosione di affitti brevi nel cuore della città, con la conseguenza di vedere sempre più vetrine vuote e la sostituzione di attività commerciali e di servizio alla persona con esercizi del comparto ristorativo a servizio di chi in città passa ma non vive.
Il tema, peraltro è stato trattato negli scorsi giorni, in occasione di un incontro presso Asspi Modena, a cui erano presenti anche gli Assessori comunali Bortolamasi e Zanca e nel corso del quale è stata ricordata la costituzione dell’hub sul centro e della sua cabina di regia, con l’obiettivo, richiamato da Zanca stesso, di mettere in campo progetti ed azioni utili a rilanciare il commercio di prossimità e restituire centralità al cuore storico di Modena".
"Accogliamo con favore – conclude Bagnoli – la volontà dell’amministrazione di consolidare un confronto strutturato con le associazioni, anche nell’ambito dell’hub urbano: il centro storico ha bisogno di una governance vera, di risorse e di una visione che unisca qualità urbana, accessibilità e vitalità commerciale. Serve passare dalle parole ai fatti, e Confcommercio è pronta a fare la sua parte per costruire soluzioni concrete e sostenibili".