Stefano Marchetti
Cronaca

Comunale, Capodanno con Yoshida: "Un concerto di pace e felicità. La musica non conosce confini"

Il Maestro, come tradizione, dirigerà il 1° gennaio la Filarmonica del Teatro insieme alle voci di grandi cori

Il Maestro, come tradizione, dirigerà il 1° gennaio la Filarmonica del Teatro insieme alle voci di grandi cori

Il Maestro, come tradizione, dirigerà il 1° gennaio la Filarmonica del Teatro insieme alle voci di grandi cori

Modena, 21 dicembre 2024 –  "Beh, il primo gennaio anche io mi diverto moltissimo", confessa il maestro Hirofumi Yoshida, giapponese da più di vent’anni in Italia, direttore musicale della Filarmonica del Teatro Comunale di Modena, che si prepara a dirigere – per la terza volta – il Concerto di Capodanno del Comunale, domani alle 17.30. Quest’anno all’orchestra si uniranno anche le voci di grandi cori, la storica Corale Rossini di Modena, il Coro Città di Mirandola e la Corale Lirica San Rocco di Bologna, dirette da Luca Saltini. E il programma – accanto agli iconici valzer viennesi – sarà dedicato a grandi pagine del repertorio russo, da Ciajkovskij a Borodin e Khachaturian.

Maestro Yoshida, ormai questo concerto è divenuto tradizione...

"Perché è bellissimo aprire l’anno nella bellezza della musica e con la gioia che riesce a donarci. A questo concerto affido appunto il compito di portare divertimento, passione, entusiasmo, e io stesso lo vivo così, pienamente e con intensità. Del resto, in Giappone il primo dell’anno ci si reca ai santuari per una preghiera, chiedendo che il nuovo anno sia felice: sono convinto che nella musica ci sia ancor più felicità".

Come ha ‘costruito’ il programma di quest’anno?

"Qualcuno potrà criticarmi per aver inserito brani della storia della musica russa, ma voglio subito sgomberare il campo da ogni dubbio: in questa scelta non c’è alcuna motivazione ideologica. La musica non conosce confini e ha il grande potere di portare speranza, consiglio e pace. Ho voluto semplicemente offrire un ventaglio di brani celeberrimi, fra cui alcune danze, come quelle dello ‘Schiaccianoci’ e del ‘Lago dei cigni’, che sono un patrimonio mondiale".

Lei stesso è direttore ospite principale del Teatro Nazionale di Odessa, simbolo dell’Ucraina. Già lo scorso anno ci aveva raccontato di un concerto diretto in questa città meravigliosa e ferita. Vi è tornato anche quest’anno?

"Sì, sono stato nei mesi scorsi per una serata dedicata in particolare al centenario di Giacomo Puccini e alla grande opera italiana, Verdi, Rossini, Donizetti. Ho ritrovato un’orchestra che, nonostante tutte le difficoltà di una nazione in guerra, continua a lavorare, proprio perché che la musica può infondere coraggio e speranza. Dall’altro lato, però, ho notato che alcuni musicisti giovani non sono più in orchestra: mi hanno detto che sono partiti per il campo di battaglia. Ora in orchestra suonano soprattutto musicisti più anziani, le donne, e anche alcuni giovani studenti dei conservatori. Mi ha colpito vedere come anche l’orchestra rifletta i dolori della guerra".

Quali impegni la aspettano nel 2025?

"Con la Filarmonica del Teatro Comunale saremo ospiti il 10 settembre all’Expo di Osaka e saremo ambasciatori dell’Italia, insieme all’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma. Accompagnerò in Giappone anche l’orchestra di Odessa e la dirigerò in un concerto a Yokohama che è appunto gemellata con la città ucraina. Sento profondamente questi due impegni, come se fossero due missioni".

Modena è ormai come la sua casa. Quale augurio vuole formulare ai modenesi per il nuovo anno?

"Proprio poche sere fa su Netflix ho visto un bellissimo film, ‘Il treno dei bambini’ di Cristina Comencini dal romanzo di Viola Ardone. Vi si racconta la storia di un bimbo del Sud che, nell’Italia martoriata dalla seconda guerra mondiale, venne condotto a Modena e accolto fraternamente. Nonostante la guerra, Modena viene descritta come una città aperta, piena di vita. E anch’io l’ho trovata così. Ai modenesi voglio augurare di mantenere sempre questa qualità della vita, unita al calore, alla raffinatezza, all’amore per le arti. Anche su questi valori si costruisce una vera pace".