"Follia e normalità, un confine che non esiste"

Vittorino Andreoli, fra gli ospiti più attesi del Memoria Festival: "Il disturbo è come una ’visione del mondo’"

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di Sofia Silingardi

"Non dobbiamo più considerare il matto come una specie di roba da zoo. Studiare chi usa dei comportamenti anomali è una modalità anche per vedere se stessi, un viaggio contemporaneamente dentro ciascuno di noi". ‘Vivere insieme a un malato di mente’ è il tema che il professor Vittorino Andreoli, luminare della psichiatria, scrittore e accademico, porterà al Memoria Festival di Mirandola, l’1 ottobre alle 19.

’È vero tutto questo, o sta accadendo nella mia testa? - Certo che sta accadendo dentro la tua testa! Dovrebbe voler dire che non è vero?’. Professore, perché questa citazione da Harry Potter per introdurre la sua lezione?

"Si parte da un grande problema: esiste un vero malato di mente? Per Lombroso sì, e in quanto matto, doveva essere rinchiuso in una cittadella dei matti, separato dai sani. Ecco, credo che questa frase metta in discussione tutto questo. Perché chi è il matto?"

Qual è il confine tra normalità e malattia di mente allora?

"Non c’è. Tra follia e normalità non vi è una separazione netta. Bisogna ricordare che tra i disturbi di mente c’è la depressione, che è presente nel 14% della popolazione italiana. C’è la sindrome ansiosa, nel 22-25% della popolazione. Sono disturbi umanissimi. Non si può pensare soltanto allo ‘schizofrenico’. Per cui cercherò di dimostrare che c’è uno spettro di disturbi della mente che appartiene all’esistenza, non esistono solo i casi estremi".

Come?

"Si è ritenuto nel passato che il malato di mente fosse pericoloso. È vero che alcune forme di disturbo mentale, come il delirio, possono portare alla violenza. Ma non è affatto vero che il ‘malato di mente’ è più pericoloso del ‘normale’. Ci sono malati di mente che non farebbero mai male a nessuno, e persone normali che esercitano violenza: togliamoci i pregiudizi. Il tema è molto bello perché è completamente nuovo. Il disturbo della mente va visto come una visione del mondo. Può essere positiva o pessimista. Kafka e Leopardi vedevano ‘nero’, probabilmente il loro era un disturbo della mente, ma sono persone con cui sarebbe un piacere vivere".

Maso, Bilancia, Profeta. Lei si è dedicato molto alla giustizia psichiatrica e sostiene la compatibilità della normalità psichica con gli omicidi più efferati.

"La maggior parte dei grandi criminali li ho definiti capaci di intendere e di volere, cioè ‘normali’. Tant’è vero che Bilancia ha preso 13 ergastoli. Nelle varie perizie che ho fatto, non ho mai trovato il mostro. Ho sempre trovato un uomo che in condizioni diverse avrebbe potuto agire diversamente. Oggi sappiamo che il nostro comportamento dipende da tre cose. Dalla biologia. Dalla psiche: la personalità muta a seconda delle esperienze, che incidono poi sul comportamento. E dall’ambiente. Anche la persona più stimabile, in un’ambiente ostile può arrivare a uccidere. Quindi si può dire che ciascuno di noi in certe situazioni può fare cose che non dovrebbe fare".