VALENTINA REGGIANI
Cronaca

L’inchiesta per torture: "Gli agenti sono sereni, operato ineccepibile"

Carcere, il legale dei poliziotti dopo la nuova denuncia

L'avvocato Zaccaria

L'avvocato Zaccaria

Modena,19 gennaio 2025 – "Il tema riguardante la vivibilità in carcere non deve essere in alcun modo confuso e accomunato con il procedimento penale che vede coinvolti i nostri assistiti. Noi stessi – quali difensori di numerosi agenti della polizia penitenziaria – abbiamo evidenziato le note difficoltà di vita dei detenuti e degli agenti che, quotidianamente, lavorano e proteggono gli stessi detenuti". Così gli avvocati Cosimo Zaccaria (nella foto) e Alessia Massari che rappresentano diversi dei cento agenti di polizia penitenziaria indagati per le presunte torture ai detenuti durante la sanguinaria rivolta dell’8 marzo 2020. Come noto nell’udienza di opposizione all’archiviazione il gip aveva disposto altri accertamenti sulle presunte torture ai danni di detenuti ma ora è stato presentato un nuovo esposto da parte di un altro detenuto che denuncia di aver subito a sua volta pestaggi e torture. "Quanto al procedimento penale – affermano gli avvocati – siamo sereni: gli atti tutti ad oggi assunti dimostrano un operato ineccepibile dei nostri assistiti. Ripeto, parliamo di dati di fatto e non di congetture. Prendiamo atto della diffusione della notizia di un nuovo esposto a mesi di distanza dall’ultima udienza e ad anni – lo sottolineiamo – ad anni di distanza dai fatti". Secondo il detenuto, un 37enne marocchino quel giorno lo stesso fu costretto ad uscire dalla propria cella essendo stata data alle fiamme. Raggiunto da agenti, sarebbe stato ammanettato, picchiato, collocato in una sala e qui costretto a stendersi a terra con le mani ammanettate per poi essere trasferito in una stanza dalle dimensioni più ridotte. Nel locale gli agenti – secondo l’uomo – lo avrebbero anche colpito al capo con un grosso bastone. Sicuramente il nuovo esposto sarà unificato al fascicolo già presente in procura.