
L’esultanza dei gialloblù alla fine del derby vinto a Reggio Emilia
Ammettiamolo. Questo fine settimana è stato speciale un po’ per tutti, con una domenica passata a godersi una dolce ubriacatura da derby, la mente a riguardarsi a poco a poco, quasi come a sorbirsi un calice di vino buono a piccoli sorsi davanti ad un caminetto acceso, il film della partita del Mapei. Magari immaginando che da qualche parte, in una tribuna d’onore celeste, ci fosse la squadra di quel Modena, con i fratelli Brighenti in prima fila, che il 15 ottobre 1950 aveva violato per ultima il campo della Reggiana, tutti sorridenti e con addosso la casacca gialloblu di allora. Immagini magiche, che come tante cose della vita un po’ sfumano quando la domenica lascia il posto al lunedì, in una sorta di richiamo alla realtà di tutti i giorni. Ma la gara di sabato pomeriggio però non svanisce e lascia in eredità ai giocatori di oggi la consapevolezza di un successo che ha avuto un peso specifico, per il popolo canarino, ben più pesante di una vittoria ‘normale’. Il punto è questo, questo derby portato a casa davanti agli oltre duemila supporters che hanno scavallato il Secchia, deve continuare ad avere valore nel tempo. Non solo per la soddisfazione di un successo che un’intera generazione non è riuscita a vedere nell’arco di una vita intera, ma soprattutto perchè deve rappresentare assolutamente un punto di partenza e non certo di arrivo. La classifica, per differenza reti, vede il Modena occupare quel decimo posto che vale la famosa ‘parte sinistra’ della graduatoria che pone la squadra più vicina alla zona playoff, ma con quella playout, in una situazione sempre fluida, appena dietro le spalle. Allora le tre partite che mancano da qui alla fine dell’anno solare diventano fondamentali per certificare la svolta, a cominciare da quella di sabato contro un Pisa che sinora è l’unica squadra tra i cadetti che sta tenendo il passo di un Sassuolo che ha acceso i reattori e che ha virtualmente già prenotato, dopo un anno di purgatorio, a scanso di cataclismi, il biglietto per un pronto ritorno nella massima serie. Attendiamo quindi al Braglia i nerazzurri dell’ex diesse canarino Davide Vaira, con la consapevolezza che dopo questo ostacolo non facile ci saranno le gare, in rapida sequenza, di Brescia (con Bisoli in panchina) e in casa con un Sudtirol che Castori sta cominciando a rivitalizzare. I segnali positivi, vittoria nel derby a parte, ci sono: la gestione Mandelli, con nove punti in cinque partite viaggia in perfetta media inglese, ha subito soltanto due reti e soprattutto il tecnico sta attingendo nella rosa giocatori, Duca su tutti, che da un po’ non vedevano il campo e che si sono fatti trovare pronti. Lo spumante del dopo derby lo abbiamo bevuto, teniamo però una bottiglia di scorta in frigo: le feste incombono e il popolo gialloblu vuole passarle bene.
Alessandro Bedoni