Presidio rosa in aula: "Non molliamo"

Donne delle associazioni Udi e Casa contro la violenza presenti in aula per il processo contro Mohamed Gaaloul. Parte civile ammessa, avvocati chiedono giustizia per vittime di femminicidio. Procura valuta richiesta di curatore speciale per minore.

Erano sedute in aula,ieri, per lanciare un segnale forte e chiaro: il femminicidio di una donna riguarda tutti. Come nel corso della prima udienza del processo contro Mohamed Gaaloul le tante rappresentanti delle associazioni Udi e Casa contro la violenza erano presenti in aula, davanti alla Corte d’Assise. Nel corso della prima udienza, infatti, è stata ammessa la costituzione di parte civile della casa delle donne contro la violenza e di Udi. Ieri, per la casa delle donne ha preso la parola l’avvocato Valeria De Biase e il legale che rappresenta Udi, l’avvocato Sonia Lama. "Noi non saremmo parte legittimata a fare eccezioni – afferma l’avvocato Valeria De Biase – ho solo fatto presente alla Corte che ritengo rischioso il fatto che si prospettino soluzioni alternative".

L’avvocato in aula ha infatti invitato a riflettere sul fatto che non sia in questa sede corretto, nell’interesse della minore, ovvero la figlioletta di Alice Neri, proporre tesi alternative a quella portata avanti dalla pubblica accusa e tesa al riconoscimento della responsabilità dell’imputato, con la conseguente condanna a risarcire i danni. "Non è certo nell’interesse della minore che questo imputato venga assolto" – ha sottolineato. La procura ha sollevato una questione relativa ai testimoni della lista Ingroia, (che rappresenta il marito della vittima, Nicholas Negrini) riservandosi di valutare la richiesta di nomina di un curatore speciale per la figlia, in ragione di un conflitto di interessi. "Si sono riservati di formulare richiesta in ragione della difesa, compresa la lista testi depositata da Ingroia. Io mi sono associata a questa richiesta del pm così come mi sono associata alla richiesta dei legali Zaccaria e Pellegrini per escludere alcuni testi indicati dalla lista Ingroia – sottolinea l’avvocato Sonia Lama. Trovo che questo modo di tenere l’udienza sia particolarmente caotico: il processo va fatto in questa sede e non altrove".

Presente in aula anche Giovanna Ferrari, membro di Udi e mamma di Giulia Galiotto, ammazzata a 30 anni a colpi di pietra dal marito. "Mi interessa seguire questo processo perchè è importante. Un caso in cui è stata per fortuna riconosciuta la violenza di genere.

v.r.