"Qui venivano a giocare i bambini di Elisa"

Strage di via Manin, all’inaugurazione dell’area del parco Tassi anche il fratello della ragazza uccisa assieme alla sua famiglia

"Qui venivano a giocare  i bambini di Elisa"

"Qui venivano a giocare i bambini di Elisa"

Il dolore, dice qualcuno, non serve a niente. In realtà capita che il dolore, quando è condiviso, e partecipato, diventi memoria e ricordo. Succede così al parco Tassi, zona Rometta, dove ieri è stata scoperta la targa che intitola l’area giochi del parco ad Elisa Mulas e ai suoi bambini, Ismaele e Sami, uccisi insieme alla mamma di Elisa, Simonetta, nel novembre del 2021 da Nabil Dhari, ex compagno di Elisa, nel loro appartamento di via Manin, a due passi da questo parco che oggi la ricorda.

Qui, tra gli alberi e le panchine che cingono il ‘Tassi’, Elisa e Simonetta erano di casa, portavano i bambini al parco dentro quei pomeriggi che ogni famiglia trascorre, qui i volontari del ‘Comitato Parco Tassi’, che gestiscono l’area verde, hanno voluto venisse ricordata Elisa.

Con la targa, scoperta ieri, appesa alla recinzione dell’area giochi, oltre la quale volteggiavano le baby ginnaste dell’AsdSassuolo Skating che hanno accompagnato la cerimonia con una coreografia, e con l’area giochi stessa, arricchita da un gioco inclusivo al cui acquisto hanno collaborato i volontari del Comitato e il Comune, che ha intercettato fondi regionali partecipando ad un bando.

"Abbiamo voluto congiungere idealmente il ricordo di Elisa, della sua mamma e dei suoi bambini a questi spazi che frequentavano sempre", spiega Emi Panicocolo, una delle referenti del Comitato la cui idea è stata subito ‘sposata’ dall’Amministrazione Comunale. Presente ieri con il sindaco Gian Francesco Menani, il suo vice Alessandro Lucenti, gli assessori Alessandra Borghi, Sharon Ruggeri, Samanta Ruffaldi. "E’ un momento importante, nel ricordo di una tragedia che ha profondamente segnato tutta la comunità, ed è significativo – ha detto il primo cittadino – che questo parco ricordi Elisa e i suoi familiari". Il dolore non serve a niente, dicevamo: non è vero.

Qui al ‘Tassi’ diventa memoria collettiva, e sotto un sole primaverile che somiglia ad una promessa si trasforma in un battito che accelera, come quello che squassa il cuore di Enrico Mulas, fratello di Elisa, presente insieme ad altri familiari.

"Nulla – dice, nascosto dalle lenti scure dei Rayban – ci restituirà quello che ci è stato tolto, ma questa cerimonia e questa piccola targa che ricorda Elisa, mia mamma e i miei nipotini non sono solo una cerimonia e un targa, ma hanno un significato molto più profondo".

Poi la voce di Enrico si spezza, e c’è un attimo di silenzio, rotto poi dalle voci dei bambini che sciamano dentro l’area giochi, oltre quella targa che, è vero, "è molto più che una targa".

Stefano Fogliani