VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Il marito fuori dal processo: "Non condivido la sentenza, speravo in nuove indagini"

Nicholas Negrini: "Ma ho rispetto della Corte, curioso di leggere le motivazioni. Non mi pento del mio passo indietro, restano ancora ombre sulla vicenda".

Nicholas Negrini, marito della vittima Alice Neri

Nicholas Negrini, marito della vittima Alice Neri

"Esprimo assoluto rispetto per la decisione della Corte d’Assise relativa alla scelta di condannare l’imputato, sicuramente ponderata su valide motivazioni. Nonostante ciò, non mi pento di aver fatto un passo indietro e non condivido la sentenza". Sono queste le parole del marito di Alice Neri, Nicholas Negrini a seguito della condanna a trent’anni di carcere pronunciata ieri pomeriggio nei confronti dell’unico imputato a processo per l’omicidio della giovane mamma.

Come noto, Negrini è recentemente uscito dal processo (ieri per questo era assente in tribunale) dopo che, attraverso il proprio legale ed ex pm Antonio Ingroia, ha chiesto l’assoluzione di Gaaloul ritenendo che gli elementi a carico del giovane tunisino non fossero sufficienti a dimostrarne la colpevolezza.

"Mi riservo di attendere con curiosità le motivazioni che hanno spinto verso questa direzione nell’udienza di oggi (ieri, ndr), sperando che facciano assoluta chiarezza su elementi che io personalmente non ho trovato consistenti – aggiunge Negrini –. Io e il mio legale Ingroia speravamo fossero disposte ulteriori indagini: a nostro avviso non sono stati sufficientemente vagliati i dati social di Alice e, soprattutto, quelli relativi alla messaggistica di whatsapp – andati persi – così come non è stato analizzato il dna ignoto isolato sulla spallina del reggiseno di Alice. Reputo fosse fondamentale scandagliare il traffico dati attivo fino alle 7.10 che, invece, non è stato mai approfondito: si tratta di elementi che, a nostro avviso, sarebbero stati da chiarire e forse avrebbero permesso di fare luce sulle responsabilità o meno dell’imputato".

Negrini infine aggiunge: "La nostra vita va avanti e sono sereno con la scelta che ho fatto. Non condivido la sentenza, lo ribadisco, ma rispetto la decisione della Corte d’Assise: la mia speranza era quella che non vi fosse alcun tipo di ombra sulla vicenda per una sentenza il più serena possibile. Per essere certo che in carcere finisse oltre ogni ragionevole dubbio il colpevole dell’omicidio di Alice".

A prendere parola anche il legale di Negrini, avvocato Antonio Ingroia: "Rispetto la sentenza pronunciata e sono in attesa di ulteriori valutazioni, una volta lette le motivazioni del dispositivo – afferma –. Purtroppo l’esito dello stesso, conoscendo l’impianto probatorio acquisito, mi fa dire che se la cecità della giustizia è frutto dell’accecamento dovuto ai pregiudizi, non si tratta più giustizia e temo che questo dispositivo scolpisca una giustizia accecata dal pregiudizio. Mi riservo ulteriori commenti dopo che avrò letto le motivazioni – conclude –. Il mio è un giudizio personale, che non attribuisco al mio assistito che non è più, ormai, parte del processo. Avremmo auspicato nuove indagini perchè, a nostro avviso, non sono mai state fatte".

Valentina Reggiani