
Ragazze schiave della strada: "Costrette a vendersi tutte le notti e minacciate con riti Voodoo"
Modena, 13 luglio 2024 – Erano state persuase a raggiungere l’Europa con la promessa di una vita migliore, con la falsa prospettiva di un lavoro regolare. Dopo un viaggio di oltre sei mesi lungo la rotta subsahariana e la traversata del mar Mediterraneo, tra il 2016 e il 2017 erano state introdotte illegalmente sul territorio nazionale e, una volta arrivate a Modena, buttate sulla strada e costrette a vendersi alla Bruciata.
Sotto minaccia si prostituivano tutte le notti, dalle 20 al mattino ma, una volta a casa, o in quella che chiamavano tale venivano private di ogni provente ricavato dal meretricio, poiché dovevano ripagare "il debito" contratto con l’organizzazione: pari a circa 25mila euro.
Grazie alla coraggiosa denuncia di due ragazze nigeriane domiciliate a Modena, oggi di 29 e 27 anni, gli agenti della squadra mobile di Reggio Emilia hanno arrestato i componenti dell’organizzazione criminale: altre due donne di 37 anni, nigeriane, residenti a Reggio Emilia.
Nei giorni scorsi a Modena è iniziato il processo nei confronti delle presunte responsabili, cosiddette ‘madame’ che avrebbero ridotto in schiavitù le giovani donne, sfruttandole e soggiogandole psicologicamente. "La mia assistita è priva di alcun collegamento con qualsivoglia elemento di etnia nigeriana dedita ai gravi reati che le vengono contestati – sottolinea il legale di una delle imputate, l’avvocato Stefano Trane – allo stesso tempo ha piena fiducia nella giustizia consapevole che il contraddittorio potrà fare emergere la sempre professata estraneità". Le imputate rispondono appunto del reato di ’riduzione o mantenimento in schiavitù’ poiché, secondo le accuse, nel ruolo di ’madame’ e in concorso con altre persone agivano in Nigeria, Libia e sul territorio nazionale. Le vittime – hanno poi raccontato agli inquirenti – erano state reclutate in Nigeria dalla sorella di una delle ’madame’, che le aveva persuase a raggiungere l’Europa con la falsa prospettiva di un "lavoro regolare". "Farete le baby sitter" avevano promesso loro. Dopo di che era entrato in azione un uomo che in Nigeria agiva come native doctor-stregone che aveva praticato sulle vittime un rito voodoo vincolandole alla fedeltà assoluta alla ’madame’.
Pena, violandolo, un grave pregiudizio per le giovani donne e le loro famiglie. Una vera e propria organizzazione di trafficanti di esseri umani si era quindi occupata del trasferimento delle ragazze lungo la rotta subsahariana (Nigeria, Niger, Libia, costa libica) e poi nella traversata del mar Mediterraneo, fino alle coste siciliane. Un viaggio pericolosissimo che le avrebbe condotte direttamente all’inferno. Una volta a Modena, era iniziato l’incubo: ridotte in condizioni analoghe alla schiavitù le giovani erano state costrette a prestazioni sessuali alla Bruciata.
Uno sfruttamento durato oltre due anni, fino alla denuncia, che ha portato all’arresto delle presunte sfruttatrici, ora finite a processo.