GIORGIA DE CUPERTINIS
Cronaca

Savignano sott’acqua. Cittadini in mezzo al fango: "Garage e negozi allagati, un nubifragio da incubo"

Il nostro viaggio nella frazione di Formica: danni ovunque e detriti lungo le strade. Il grido di un residente: "Io ho perso cinque automobili, ora chi me le ripagherà?".

Con i capelli raccolti, china su sé stessa e gli stivali colmi d’acqua, una donna raccoglie i "detriti" imputriditi dal fango, appena fuori il cancello del suo garage. Un raggio di sole, beffardo, sembra quasi acarezzarle il viso, dopo che l’acqua ha violentemente travolto, soltanto la sera prima, tutto ciò che aveva gelosamente custodito nel seminterrato della sua abitazione. "Speriamo almeno che il peggio sia già passato – confessa – perché ormai non ci rimane che rimboccarci le maniche e darci da fare. È stato un nubifragio da incubo".

Danni per il maltempo a Savignano
Danni per il maltempo a Savignano

L’esperto: bombe d’acqua tremende, ma è anche colpa nostra / E’ ancora allerta meteo

E le maniche, come lei, se le rimboccano altre decine di persone lungo via Tavoni, una delle strade più colpite a Formica, piccola frazione di Savignano sul Panaro: c’è chi si fa forza l’uno con l’altro e comincia a spostare mobili, biciclette, sacchi di vestiti e attrezzi, nonché ricordi affettivi o regali, ormai consumati da una pioggia "maledetta" che non ha lasciato altro che un cumulo di fango.

"Io ho perso cinque macchine, chi me le ripaga?" è il grido, a denti stretti, di un uomo mentre raccoglie i sacchi. "In trenta secondi è successo il disastro – fa eco invece Shpetim Zaia – e qui, nel mio deposito, ho cercato di mettere in salvo la maggior parte degli strumenti che c’erano. Purtroppo non ce l’ho fatta: dai trapani, agli avvitatori, la metà dell’attrezzatura che usiamo per lavoro è andata persa. L’acqua zampillava dalle fogne: è stato un attimo sì, ma un attimo terribile. Ora siamo qui, a rimboccarci le maniche e a pulire, senza sosta".

Una serata "drammatica" anche per Giuseppe e i suoi colleghi, fermi per una pausa davanti alle vetrine della Pm Costruzioni, dopo ore e ore di instancabile lavoro. Tutto intorno è acqua.

"La nostra sede si è totalmente allegata – riavvolge il nastro l’uomo –. Un vero e proprio fiume nei nostri sotterranei, dove c’erano anche due uffici, i bagni. Il mobilio? Devastato, così come i computer e tutto l’impianto telefonico: la stima dei danni è intorno ai 40-50mila euro. C’era più di un metro e mezzo d’acqua...".

"Un nubifragio violento – così anche Giulia Masi –, non si può descrivere altrimenti. Lunedì mentre tornavo a casa, verso le 17.30, si vedeva già l’acqua che dalla strada entrava dal garage, ma non abbiamo avuto nemmeno il tempo di tirare fuori le auto. Erano letteralmente sommerse: adesso stiamo cercando di svuotare tutto il prima possibile, grazie anche agli aiuto degli amici. Ormai tutto è perso, quindi ci tocca soltanto farci forza e darci da fare". Qualcuno impugna la scopa, cercando di "spazzare" via l’acqua. Qualcun altro, affacciandosi dal balcone, si guarda intorno e si chiede, semplicemente, "perché".

"Non si è potuto far niente – ammette Gianluca Bellucci, appena fuori dal suo negozio di frutta – non c’è la luce e senza quella, tutto ciò che è nella cella è da buttar via". Qualche metro più in là, invece, c’è anche Samuele Ferrari insieme a nonno Felice: stivali verdi fino al ginocchio, guanti e tanta forza di volontà dentro al cuore. "Il nostro bar era chiuso – spiegano i due – ma siamo arrivati subito. La situazione era già critica. Di acqua ce n’è tanta, ancora: per fortuna abbiamo potuto contare anche sull’aiuto dei nostri clienti, che ci hanno dato una mano".