Forse non tutti sanno che la Gemaldegalerie di Dresda (nella foto) detiene una delle più importanti raccolte di quadri antichi del mondo. E gran parte del merito si deve ai grandi capolavori che furono di proprietà degli Estensi, i duchi di Modena. Purtroppo, nel 1746, cento meravigliosi quadri partirono da Modena e divennero parte della collezione di Augusto di Sassonia, abbandonando per sempre il luogo a loro deputato e partendo per la Germania. Chissà, se fossero rimasti nella nostra città, a che livello avrebbero innalzato la nostra Galleria Estense. Dietro quei cento quadri tra l’altro, c’è una lunga storia che attraversa i secoli, passando dalle requisizioni pontifice del 1598 ai trasferimenti delle opere d’arte avvenute sotto il regno di Napoleone nel 1796, concludendosi con un ultimo triste episodio, quello dei bombardamenti di Dresda nella seconda guerra mondiale. Lo scrittore modenese Carlo Previdi, da sempre appassionato di storia della nostra città, ha provato a ripercorrere le vicende di questi quadri nel suo ultimo libro "Tra Modena e Dresda: storia di cento meravigliosi quadri" (Collana Il Fiorino, Edizioni Gruppo Sigem), che è nel contempo un utile strumento storico e la narrazione di un’appassionante vicenda che prende il lettore per mano e lo porta in giro per le corti d’Europa. Partendo proprio dalla corte degli Estensi, una famiglia che fin dal 1400 diede prova di grande mecenatismo e di forte interesse per le opere d’arte.
CronacaTra Modena e Dresda, la storia di cento capolavori