REDAZIONE MODENA

Un documentario sui 50 anni del ’Portiere di notte’

Un documentario su Liliana Cavani e i 50 anni de 'Il portiere di notte' sarà girato a Carpi, città natale della regista. La produzione coinvolge anche RAI Documentari e ARTE, con la partecipazione di Charlotte Rampling.

Un documentario sui 50 anni del ’Portiere di notte’

Un documentario su Liliana Cavani e i 50 anni de ‘Il portiere di notte’: sarà girato in gran parte a Carpi, città natale della regista, cui lei ha donato l’archivio professionale, e in cui tornerà a fine maggio, per la propria intervista. Il progetto è stato presentato ieri mattina in Municipio a Carpi da Adolfo Conti, regista, e Amalia Carandini, produttrice, insieme al sindaco Alberto Bellelli: ‘Il portiere della notte’, questo il titolo provvisorio del lavoro, sarà realizzato dalla società Doc Art di Roma, in coproduzione con la parigina Goyaves e in collaborazione con RAI Documentari e ARTE, la tv culturale europea. La produzione ha avuto anche la disponibilità di Charlotte Rampling, la straordinaria e indimenticata protagonista del film, che all’ultimo festival di Venezia ha consegnato alla Cavani il Leone d’oro alla carriera. In un video-saluto, la regista carpigiana ha ringraziato il Comune per il patrocinio, così come a Venezia l’aveva pubblicamente ringraziato per la cura e sensibilità con cui è stato acquisito il materiale donato nel 2018 (oggi ‘Fondo Cavani’ dell’Archivio comunale): fra questo, molti documenti sul lungometraggio del 1974, oggetto di una suggestiva mostra inaugurata dalla stessa regista nel 2021. Il documentario, di 53 minuti, andrà in onda sulla RAI in autunno, essendo la lavorazione in fase avanzata: sono stati già fatti i sopralluoghi, e fra le sedi di ripresa ci saranno il Museo al Deportato, il Torrione degli Spagnoli (oggi in restauro, che fu la biblioteca comunale frequentata dalla Cavani) e gli scorci più suggestivi del centro storico.

"L’affetto che la nostra città nutre per Liliana Cavani è grande ed è cresciuto nel corso del tempo nonostante la distanza fisica che ci separa da lei - afferma il sindaco Bellelli -. Noi siamo i custodi del suo prezioso archivio e ora siamo davvero curiosi di comprendere come, l’infanzia e l’adolescenza trascorse qui abbiano in qualche modo contribuito alla nascita di un film che ha fatto la storia del cinema".

m.s. c.