STEFANO LUPPI
Cronaca

Un laboratorio unico Dagli occhi alla pelle: le bambole iper realiste di Claudia e Andrea

I coniugi Vezzali e Grenzi realizzano perfette riproduzioni di bimbi: "Capelli impiantati uno alla volta, sull’epidermide anche gli arrossamenti. Sono prodotti destinati ai collezionisti e usati nel cinema e nel teatro".

Un laboratorio unico  Dagli occhi alla pelle:  le bambole iper realiste  di Claudia e Andrea
Un laboratorio unico Dagli occhi alla pelle: le bambole iper realiste di Claudia e Andrea

di Stefano Luppi

Anti Barbie? Bambine, bambini, adolescenti che vogliono imparare a "fare" la mamma e il papà in tempi precoci? Seguaci delle nonne che adagiavano le vecchie bambole sul letto? Difficile individuare il cliente-tipo di Claudia Vezzali e del marito Andrea Grenzi, titolari della "Culla dei sogni", sostanzialmente una fabbrica artigianale di bambole d’alta qualità. Visitare il loro laboratorio alla periferia di Modena e vederli all’opera è decisamente un’esperienza sorprendente nella quale la finzione si mescola al reale. Non sembri horror perché è tutto finto, ma entrando nel laboratorio di una anonima palazzina di Ganaceto ci si trova davanti a decine di gambette, braccia carnose, teste prive del bulbo oculare e più in là qualche testa di mostri e scimmiette alternate a boccette di colore, pennelli, capelli veri e finti, occhi in vetro e un forno. Questo è tutto il materiale che serve a Claudia per produrre le bambole reborn, una moda diffusa negli Usa negli anni ’80: il significato letterale è "nate due volte" e rimanda a una forma molto elevata di realismo per il quale serve appunto grande perizia. "La Culla dei sogni – spiega Claudia Vezzali – nasce nel 2007 e l’attività la alterniamo con la nostra impresa di pulizie. Iniziammo andando nei mercatini dove dapprima proponevamo sassi dipinti, prodotti in resina, bigiotteria, poi abbiamo iniziato con le nostre bambole ai mercati di rievocazione medievale. Con il covid, ovviamente i mercati si sono fermati e abbiamo iniziato a utilizzare internet dove oggi tanti si complimentano e molti offendono. Ad accorgersi di noi è stato il canale Real Time l’anno scorso e da lì tanti ci chiamano e vogliono le nostre bambole. Noi andiamo avanti con la nostra passione".

Mentre parla Claudia lavora alle prossime bambole: occorre intervenire su braccia, gambe, teste realizzate in vinile, un materiale plastico che allo stato "grezzo" al tatto non ha molto di naturale. Ma poi interviene l’artista: "E’ un’attività piuttosto complessa, lenta, tanto che per fare una bambola occorre anche una ventina di giorni in quanto è fondamentale arrivare a un alto livello di riproduzione dell’epidermide. Servono almeno venti passaggi di cottura in forno ogni volta che si dà uno strato di pittura per farlo. Il corpo invece lo riempio di sabbia di vetro e micropallini di acciaio inox che mi servono per giungere al peso e alla consistenza corporea idonea". Il risultato è sorprendente e basta spostarsi in un altro angolo di questa bottega artistica per rendersene conto: adagiate in una culla e su uno scaffale ci sono 4-5 "bimbi" dal neonato ai 2 anni di età che definire uguali al vero è riduttivo. I piedini sono arrossati proprio come quelli di una creatura appena venuta al mondo mentre la bimba un po’ più grande ha il "moccolo", come avesse appena fatto i capricci.

Prezzi stellari per queste creazioni? "Abbiamo i prezzi fermi da anni – continua l’artista – e così si parte da poco meno di 400 euro per un neonato senza i capelli fino a 650 per quelli con capelli un po’ più grandi. Una collezionista, però, una volta ci ha chiesto una bambola alta un metro e lì abbiamo superato i mille euro. Tenga presente che a esempio gli occhi in vetro costano tantissimo, una trentina di euro l’uno, così come i capelli. Quelli di lana di capra mohair che in genere usiamo costano 100 euro per ogni testolina e mio marito li impianta uno ad uno. Poi ci sono anche, per i prodotti importanti, i capelli veri che all’etto costano duecento euro". Claudia conclude parlando degli acquirenti: "Principalmente si tratta di collezionisti e lavoriamo anche con troupe impegnate nel cinema, in teatro, nell’animazione o anche in campo medico per malati di Alzheimer. C’è poi la nicchia dei cosplayer, coloro che amano indossare vestiti di personaggi di fantasia e vogliono un piccolo esemplare che somigli loro".