"Vittime del sisma, una ferita aperta Impossibile rassegnarsi al lutto"

Undici anni fa 28 vite spezzate, tra cui 4 dipendenti rimasti sotto le macerie dell’Haemotronic a Medolla. Per le mamme di Biagio e Giordano "il tempo si è fermato il 29 maggio 2012. Conviviamo col dolore" .

"Vittime del sisma, una ferita aperta  Impossibile rassegnarsi al lutto"

"Vittime del sisma, una ferita aperta Impossibile rassegnarsi al lutto"

Sono passati 11 anni dalle scosse del terremoto in Emilia che provocarono la morte di 28 persone, tra cui quattro dipendenti della Haemotronic di Medolla. Paolo Siclari, Biagio Santucci, Giordano Visconti e Matteo Serra persero la vita il 29 maggio, sotto le macerie dell’azienda. Il dolore dei famigliari è sempre vivo, soprattutto in questi giorni in cui si commemorano quei tragici eventi. Anna Cannavacciuolo è la madre di Biagio Santucci, la cui vita si è fermata a soli 24 anni. "Biagio è stata la vittima più giovane, era un ragazzo determinato con tanta voglia di vivere – ricorda Anna –. Sono passati 11 anni ma il dolore è sempre uguale, il tempo sembra essersi fermato a quella mattina del 29 maggio quando non avevo notizie di Biagio e sono andata a cercarlo dove lavorava. Ho visto le macerie e la disperazione dei vigili del fuoco impotenti di fronte a quanto accaduto. Al dolore per Biagio, poi, tre anni fa si è aggiunto quello per la perdita dell’altro mio figlio Cristian. Io sono molto credente e la fede mi ha aiutato. Anche se non ci sono fisicamente, li sento accanto a me. Ma il dolore non andrà mai via. Non c’è un secondo in cui io non pensi a loro. Il ricordo è sempre nel mio cuore. In questi giorni di commemorazione, la ferita è ancora più dolorosa. Rassegnarsi è impossibile, però bisogna trovare la forza di andare avanti. Sono una persona solare, le mie giornate sono sempre piene: ci sono le mie nipotine, mia figlia Luana e il lavoro nella scuola materna che mi aiutano tanto. La comunità mi è sempre stata vicina, ho sempre partecipato alle commemorazioni e lo farò anche quest’anno". Un messaggio Anna lo vuole mandare agli alluvionati della Romagna. "Sono immagini di fronte alle quale ci si sente impotenti – spiega –. In quei giorni di 11 anni fa abbiamo ricevuto tanta solidarietà, ci sono diverse iniziative di raccolta materiale e mi sto informando per contribuire".

Sotto la Haemotronic perse la vita anche Giordano Visconti di 33 anni. La mamma, Anna De Prisco, ha combattuto affinché fosse fatta giustizia. "Finalmente dopo 10 anni di lotta il giudice ha confermato che i nostri figli non dovevano essere all’interno dell’azienda quel giorno – ricorda Anna –. Dopo la scossa del 20 maggio, la terra continuava a tremare, i lavoratori non dovevano tornare subito al lavoro. Chi doveva impedirlo non ha agito. Sono passati 11 anni, si dice che il tempo lenisce il dolore, ma non è vero. Penso sempre a Giordano. Era solare, allegro, con tanta voglia di vivere. Mi adorava. Avevo perso il marito 3 anni prima e con il suo lavoro aiutava la famiglia. Dopo 11 anni, i suoi amici continuano a venire a trovare me e suo fratello. Partecipo sempre alle commemorazioni perché non bisogna dimenticare.

Certo il dolore c’è sempre e oggi sono anche in ansia per mia nipote che vive a Cesena ed in questo momento è alle prese con l’alluvione. Ma nelle difficoltà non bisogna arrendersi".

Angiolina Gozzi