Fusione Comuni 2018, è il giorno del referendum a Lama Mocogno e Montecreto

Tremila cittadini chiamati alle urne per decidere se unirsi in un solo municipalità. E si sceglie anche il nuovo nome

Urne aperte dalle 7 alle 23 a Lama Mocogno e Montecreto

Urne aperte dalle 7 alle 23 a Lama Mocogno e Montecreto

Lama Mocogno e Montecreto (Modena), 7 ottobre 2018 - E' il giorno delle urne a Lama Mocogno e Montecreto. Sono 3.137 i cittadini (2.357 di Lama e 830 di Montecreto) chiamati, oggi, a votare «Sì» oppure «No» al referendum consultivo per la fusione dei due piccoli Comuni montani. Oltre al voto positivo o negativo potranno scegliere il nome dell’eventuale nuovo comune: ‘Lama - Montecreto’ oppure ‘Val Scoltenna’. Le operazioni di voto si svolgeranno dalle ore 7 alle 23.

Leggi anche: Fusioni, 14 Comuni al voto in Emilia-Romagna, ecco la mappa

A Montecreto ci sarà un seggio nel capoluogo e uno nella frazione Acquaria, mentre a Lama saranno in totale cinque. Se in uno dei due comuni prevarrà il No, la fusione non si farà. Se invece andrà in porto sono previsti contributi per 7.793.970 in dieci anni. E’ il giorno della resa dei conti, insomma, per gli agguerriti comitati del Sì e del No, sorti lo scorsa primavera, all’indomani dell’annuncio della decisione del Consigli comunali di Lama e di Montecreto di proporre la fusione.

Per i sostenitori del Sì, la fusione permetterà «l’ottimizzazione delle risorse, sia umane che materiali – ha dichiarato ieri al Carlino Oreste Tonozzi – si dimezzeranno i costi politici e amministrativi e si rafforzeranno i servizi». Maurizio Cadegiani, sostenitore del No, ha invece detto al nostro giornale che la fusione non porterà vantaggi «perché questa non è una fusione. È un’inclusione. Non saremo più rappresentati in Consiglio comunale, la sede comunale di Montecreto diventerà una scatola vuota aperta per qualche giorno e in più realizzeremmo un Comune di appena 3.700 abitanti, quando la stessa Regione individua un minimo pari al doppio perché i servizi offerti siano migliori e più economici».

Tra i nodi più importanti, i contributi statali promessi e il mantenimento dei servizi. Per Tonozzi «i 7,8 milioni di euro in 10 anni pormessi arriveranno di sicuro» e permetteranno di «portare a termine progetti importanti». Ne dubita, invece, Cadegiani: «E’ impossibile prospettare progetti visto che le risorse non sono per nulla garantite». Per Tonozzi Montecreto non perderà servizi, come banca e farmacia perché «non dipendono dai Comuni» mentre per Cadegiani i rischi che ciò si realizzi «sono concreti» anche perché il probabile nuovo comune sarebbe comunque troppo piccolo».

La parola agli elettori, quindi, e il responso alle urne. Se al referendum prevarrà il Sì, dal primo gennaio la provincia di Modena avrà un nuovo Comune con 3626 abitanti, esteso per 90 chilometri quadrati. Da quel momento, i sindaci, le giunte e i consigli dei due comuni esistenti decadranno e la Prefettura nominerà un commissario che sarà coadiuvato dai due ex sindaci per amministrare il periodo fino alle elezioni dei nuovi organi di governo (primavera 2019), ossia per la scelta del nuovo sindaco e dei consiglieri comunali. Il consiglio comunale sarà composto da un sindaco, una giunta con massimo 4 assessori, un consiglio comunale con 12 consiglieri, un segretario, un revisore dei conti.

Si prevede la costituzione dei Municipi, ossia organi per rappresentare tutti i cittadini dei tre territori.