di Alessandro Troncone
Quando si parla di un ragazzo ’normale’, a volte si rischia di confondere quella parola con la parola ’banale’, oppure ’scontato’. Niente affetto. La normalità è oro che cola in questo mondo, soprattutto nel calcio, dove Fabio Gerli spicca per le sue doti tecniche e umane. Un capitano senza fascia, un leader del centrocampo oltre ad un ragazzo pieno di valori che ha aiutato in maniera decisiva il Modena a rialzare la testa.
È così, Fabio?
"Già a Genova la squadra aveva cambiato atteggiamento. E quella è la squadra più forte del campionato, per me. Abbiamo iniziato a preoccuparci di più di non prendere gol, ma non siamo più brutti rispetto a prima".
Il suo rientro e quello di Pergreffi sono tra i fattori della crescita
"Il fatto che io e lui non avessimo vissuto sul campo le difficoltà iniziale, forse è stato un fattore. Abbiamo portato un po’ più di entusiasmo, spensieratezza e non avevamo il peso della pressione di quel periodo".
Le prossime 5 partite diranno molto?
"In parte sì, affrontiamo squadre più alla nostra portata ma non fossilizziamoci sugli obiettivi. Stiamo sul Como, è stato costruito per stare lassù ma si trova giù. Arrivati alla prossima sosta capiremo dove saremo".
È l’anno della sua consacrazione?
"Ho aspettato tanto la possibilità di giocare in B, ho voglia di dimostrare il mio valore ma l’unica mia preoccupazione è portare a casa la salvezza".
Prima Menez, ora Fabregas. Cosa si prova ad affrontare questi campioni?
"Sensazione strana ma è motivo di grande soddisfazione. Fabregas ha vinto Champions e Mondiali. Sarà emozionante".
Ma il suo idolo qual è?
"Iniesta. Sono laziale, ma riconosco anche il valore di uno come De Rossi".
E immaginiamo il suo sogno sia un giorno giocare per la Lazio
"Sì, nella Lazio sono cresciuto da bambino, poi non fui confermato. Sono tifoso, vivo a 30 chilometri da Roma, è un sogno. Ma sono concentrato sul Modena".
Fosse arrivata a lei un corteggiamento dalla A come successo ad Azzi?
"Inutile essere ipocrita, se capita la possibilità fai di tutto per andare. Sono occasioni che a 28 anni possono non ricapitare, avrei preso la palla al balzo. Normale che lui sia stato destabilizzato in quel periodo, ma l’ultimo giorno di mercato gli chiesi se sarebbe rimasto a Modena con serenità e lui mi ha detto che si trovava benissimo e sarebbe rimasto volentieri".
La sorprende Mignani?
"Onestamente no. So come lavora, meritava da tempo questa possibilità, ha stravinto l’anno scorso e non è mai facile. Quest’anno, con una squadra non da primissime posizione, sta facendo un grande campionato".
Lo stadio che più l’ha impressionata o lo farà quest’anno? "Io sognavo di giocare a Genova. Quando mi sono fatto male, ho fatto due conti e ho capito che non l’avrei fatto. Peccato, avrei voluto davvero".
E le sue favorite?
"Genoa la più organizzata. Ovvio che anche il Parma parte tra le favorite, nonostante le distanze di oggi con Bari e Reggina. Ci metto anche il Brescia".
E il Modena?
"Consolidiamo la categoria, poi vedremo. Siamo sempre stati consapevoli di dover ottenere la salvezza".
La sua carriera extra-calcistica come prosegue?
"Dopo la laurea mi sono un po’ fermato. Ma vorrei iniziare una laurea magistrale, il tempo a disposizione c’è e colmarlo con qualcosa di utile penso sia giusto, l’anno prossimo vedremo.