SportBerardi, una bandiera da blindare

Berardi, una bandiera da blindare

Con Locatelli e Boga possibili partenti, è ancora una volta il numero 25 l’uomo del futuro. Lo dicono i numeri

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di Stefano Fogliani

SASSUOLO

Facile si perda Manuel Locatelli, questa estate, con l’Arsenal che si aggiunge alla Juventus e altre nobilissime pretendenti e il giocatore che ha già manifestato ambizioni da top club. Possibile possa andarsene anche Boga, arrivasse l’offerta giusta, e forse anche il Deze, che i siti specializzati danno vicino allo Shaktar. Chi il Sassuolo non può permettersi di perdere, se vuole continuare a crescere, è Domenico Berardi, fresco di rientro dopo un mese di stop festeggiato con una doppietta che lo ha portato a superare la ragguardevole cifra di 100 gol (in 284 presenze) e a confermarsi l’unico asset irrinunciabile per il Sassuolo.

È lui l’uomo da blindare, e quando dopo la gara contro la Fiorentina che ha consolidato l’ottavo posto dei neroverdi gli hanno chiesto se si immagina un Sassuolo senza Berardi e lui ha risposto ‘chi lo sa’ parecchi brividi hanno cominciato a correre lungo le schiene della Sassuolo neroverde. E non è solo questione di abitudine, quanto di statistiche: scoperto quasi per caso – giocava a calcetto con amici – da uno scout delle giovanili neroverdi, Berardinho è cresciuto, dalle giovanili a oggi, incastrando record su record. Tutti declinati, però, al neroverde: una medaglia, secondo i romantici, un limite, suggeriscono altri. Miglior realizzatore neroverde di sempre, miglior realizzatore in B, migliore in A, miglior realizzatore in Europa, primo ‘canterano’ neroverde convocato in azzurro. Sedici gol il primo anno di A, a 19 anni, lo hanno portato a un passo dalla Juve, ma non se ne è fatto nulla, la partenza di Di Francesco verso Roma non è stata sufficiente a spostarlo nella capitale – nonostante maxiofferta rifiutata dal Sassuolo, in accordo con Berardi stesso – e a nulla sono valse le ‘avances’ che Inter, Milan e Fiorentina non avrebbero risparmiato al talentino calabrese, che con gli anni, e con Mancini, ha trovato anche una sua dimensione in azzurro. È sempre rimasto in neroverde, Berardi, con addosso il suo numero 25 ("qui mi sento a casa"), dando spessore (finora) alle volontà di Giorgio Squinzi che lo sognava ‘bandiera’ del Sassuolo e agli sforzi di Carnevali che due anni fa è riuscito a blindarlo fino al 2024. Ma chissà che futuro si scrive, da qui al prossimo campionato, che per l’attaccante sarà il decimo tra i ‘pro’. Varrà la pena scavargli attorno le trincee del caso, appoggiandosi magari alla stessa volontà che lo ha tenuto in neroverde fin qua. Perché Berardinho vanta numeri importanti, ma resta l’unico indispensabile di un Sassuolo che voglia programmare un aggancio alle ‘sette sorelle’ o all’Europa. E non si parla solo di gol – nel mirino c’è, ad oggi, la sua miglior statistica di sempre, ovvero le 16 reti della prima stagione in A: ne mancano 3 a raggiungerlo – ma di impatto sulla squadra e sui suoi risultati. Senza di lui 9 punti in 8 gare, con lui 37 in 23: Berardi vale mezzo punto a partita.