I neroverdi vanno in ritiro a Firenze. Contro la Viola non si può sbagliare

La decisione della società dopo la pessima prestazione con il Lecce al ’Mapei’. Non è la prima volta

I neroverdi vanno in ritiro a Firenze. Contro la Viola non si può sbagliare

I neroverdi vanno in ritiro a Firenze. Contro la Viola non si può sbagliare

"La società in accordo con lo staff tecnico ha deciso che da domani – oggi per chi legge, ndr –, e fino al match di domenica, la squadra andrà in ritiro a Firenze per preparare al meglio la gara contro la Fiorentina": la notizia viene dal bollettino quotidiano emesso dal Sassuolo nel pomeriggio di ieri, il domani in questione è dunque oggi e la scelta conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, la delicatezza della situazione che la squadra sta vivendo quando, a cinque giornate dal termine del campionato, l’obiettivo salvezza appare sempre più in salita. Il ritiro anticipato, in casa Sassuolo, non è esattamente una novità, ma è di certo inusuale, a differenza di quanto accade durante la stagione in diverse piazze della Serie A e non solo.

Giusto per fare un paio di esempi, venerdì il Napoli andrà in ritiro anticipato in vista della sfida contro la Roma (e non è nemmeno la prima volta in questa annata per i campioni d’Italia uscenti), e l’Udinese lo fece, lo scorso dicembre, proprio in vista dello scontro diretto contro i neroverdi.

Da queste parti, tuttavia, il ritiro più che altro a certificare come, per la società e per Ballardini e il suo staff, la partita del Franchi rappresenti, evidentemente, quella decisiva tra le prossime cinque, sia per il risultato sia per i risvolti psicologici. L’ultimo ritiro risale a sei anni fa, nella primavera del 2018, quando il Sassuolo di Iachini passò senza soluzione di continuità tra una partita e l’altra vivendo tra campo di allenamento e hotel, ma il contesto era un po’ diverso: la squadra giocò la partita casalinga del 31 marzo contro il Napoli, pareggiandola 1-1, e rimase in ritiro a Sassuolo sino al 4 aprile, giorno in cui a Verona i neroverdi recuperarono la sfida contro il Chievo (si trattava della giornata saltata per la morte di Davide Astori), ottenendo un altro 1-1. Allora la scelta derivò principalmente da ragioni organizzative e logistiche ed era stata comunicata già alla vigilia della partita con il Napoli, maturando pertanto in un quadro comunque differente rispetto a quello attuale. Più simile a quella attuale la situazione di dieci anni fa, quando Di Francesco tornò in panchina a seguito dell’esonero di Malesani (che a sua volta lo aveva sostituito cinque gare prima) e la squadra, per preparare la sfida in casa del Bologna, con l’inizio del Di Francesco-bis, venne spedita in ritiro ad Abano Terme fino al giorno della gara (che sarebbe terminata 0-0).

Quanto visto domenica contro il Lecce, gara al termine della quale Ballardini non aveva nascosto la delusione per quanto messo in campo dai suoi, deve in qualche modo essere stato riconosciuto dal tecnico, almeno in parte, anche negli allenamenti di martedì e di ieri, al punto da convincere club e staff della necessità di evitare distrazioni esterne in vista di una sfida cruciale.

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