Il lutto. Rughetti, cronista d’altri tempi. Un’infinita passione per i gialloblù

Il giornalista pioniere se n’è andato a 64 anni. L’addio oggi alle 9. al Policlinico .

Rughetti, cronista d’altri tempi. Un’infinita passione per i gialloblù

Rughetti, cronista d’altri tempi. Un’infinita passione per i gialloblù

Ricordo le sue ultime apparizioni nella sala stampa del Braglia. Entrava in punta di piedi, sistemava la sua piccola telecamera sul treppiede e filmava le conferenze stampa. Qualche domanda a voce bassa, tra gli sguardi dei giovani colleghi che non potevano sapere quanto questo personaggio fosse così intriso di Modena e delle sue storie sportive. Andrea Rughetti ci ha lasciato troppo presto, 64 anni sono sempre pochi per salutare il mondo. Cosa dire di lui, se non che è stato un autentico pioniere del giornalismo modenese, nel suo amore non solo per il Modena calcio ma anche per tutti gli altri sport che si tingessero di gialloblu. Li seguiva con la sua telecamerina portatile, spesso era operatore e cronista allo stesso tempo, un modo di fare informazione sicuramente unico. Aveva cominciato giovanissimo, negli anni settanta, all’alba delle prime radio libere: ebbe a Radio Modena la guida sapiente di Mario Morselli, uno dei decani del giornalismo modenese. Poi tante collaborazioni, sulla carta stampata, in radio, nelle televisioni locali. Quando non c’erano le piattaforme a pagamento e si voleva seguire il Modena, anche quando navigava nei bassifondi della serie C, era sua la voce che portava in città il racconto delle partite. Con lui sempre un apparecchio telefonico dotato di metri e metri di prolunga che collegava alla presa di appartamenti nei pressi degli stadi. Ci parlava dei gialli da postazioni incredibili, spesso di fortuna, o da balconi affacciati sui campi di gioco; alcuni aneddoti sono talmente incredibili da sembrare romanzati. Come quando il cavo di un telefono non arrivava alla finestra che dava sullo stadio e le azioni gli venivano raccontate dal figlio della padrona di casa che stava affacciato. Anni fa, prima di un derby col Bologna, fece una diretta da studio che durò dalla sera fino al mattino, indossando una camicia da notte. Avrebbe potuto scrivere un libro, nessuna pagina sarebbe stata banale, soprattutto quelle che avrebbero raccontato la sua grande amicizia con Antonio Tonelli: infinite trasferte dei gialli, sempre dandosi del lei. Nel mondo omologato di oggi il ‘Rugo’ aveva conservato la sua identità di giornalista d’altri tempi. Tra i suoi cimeli un vecchio microfono che dopo una gara dell’Italia Under 21 al Braglia, gli aveva regalato il giornalista Rai Ennio Vitanza: ne andava orgoglioso, ma erano i colleghi a raccontarlo agli altri, lui era sempre e riservato. Negli ultimi anni si era dedicato al sito web Modenanoi, nel quale raccontava non solo di sport. Con lui se ne va un pezzo importante e unico del panorama giornalistico della città. Ciao Andrea, buon viaggio. Ricordati di portare, attaccato al tuo vecchio telefono, il solito cavo lunghissimo.

a.b.