Pazzo Sassuolo, una rimonta da urlo

Sotto 3-1 al 15’ della ripesa, i neroverdi cambiano passo e in soli 14 minuti ribaltano la situazione e si portano a due punti dal primo posto

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di Stefano Fogliani

BOLOGNA

Dopo un avvio di stagione contro avversari sulla carta non irresistibili il Bologna a Bologna doveva essere il primo esame ‘vero’ per il Sassuolo di Roberto De Zerbi. Che lo supera a pieni voti, con un 4-3 pazzesco dentro il quale c’è molto dei neroverdi di oggi, e della filosofia di gioco che in questi anni ha trasmesso loro il tecnico bresciano. E in coda al quale ci sono anche il terzo poker di fila e la terza vittoria consecutiva, che sistemano il Sassuolo al secondo posto in solitaria in classifica e danno, nel divenire di gara prima patita poi dominata, la misura della crescita, anche mentale, di un gruppo capace di riarrampicarsi prima sul vantaggio rossoblù, poi addirittura di trasformare un 3-1 in 3-4 non privo di epica nel giro di meno di un quarto d’ora. "Mai smettere di pedalare", diceva lo Squinzi che si inventò il miracolo Sassuolo, e gli uomini di De Zerbi il motto lo hanno, evidentemente, mandato a memoria. E quello che concedono in difesa – 3 gol al passivo, unico neo di una domenica comunque perfetta – lo restituiscono con gli interessi con una fase offensiva che ieri, oltre al poker, ha servito anche la bellezza di 23 conclusioni verso la porta avversaria, ovvero una sentenza per un Bologna che ha preso gol per la 37ma partita di fila. Ma che a lungo è rimasto in gara, e a tratti giocando anche meglio del Sassuolo: più compatti e decisi, i rossoblù in avvio, più efficaci sulle seconde palle, appoggiati ad un Palacio a tratti imprendibile, gli uomini di Mihajlovic sono andati in vantaggio per primi azzeccando, sull’asse Palacio-Soriano, la ripartenza giusta, né si disuniti troppo quando Berardi, poco dopo, ha trovato il pari bucando dai 20 metri uno Skorupski non impeccabile, nella circostanza. Si riscatterà nella ripresa, il portiere rossoblù, ma il Sassuolo che non sale di tono nemmeno sul’1-1 da’ a lungo l’impressione di poter capitolare. Troppo ‘ballerino’ in difesa e troppo largo in linee che Palacio, Barrow e Soriano aggrediscono con profitto, lasciando anche il segno. Come poco prima dell’intervallo, quando Svamberg scrive il 2-1, e ancora all’ora di gioco, quando una topica di Locatelli premia Orsolini che triplica.

Finirebbe qui, e qui sarebbe finita, almeno per il Sassuolo bello e incompiuto della scorsa stagione. Questo, tuttavia, ha imparato evidentemente da quello di allora come andare oltre se stesso, ha acquistato solidità mentale inedita e inaspettata, e ha acquisito quella concretezza di manovra che esalta qualità individuali ben note e riconosciute ai solisti neroverdi: non si spiega diversamente il ritorno – oltremodo prepotente – con cui De Zerbi e i suoi ribaltano gara che sembrava chiusa.

Il Deze cambia – uomini e assetto – ed il Bologna che fin lì aveva giocato sopra ritmo cala, ma quella che i neroverdi alzano nella seconda metà della ripresa è la voce del padrone. E in meno di 15’ riscrive i destini del match. Djuricic, assistito da Caputo, ricuce sul 2-3, Ferrari va vicino, subito dopo, al pari che arriva invece proprio con Caputo. E, dopo che ancora Skorupski, ancora su Ferrari, tiene in gara il Bologna, ecco che l’ennesima discesa di Kyriakopulos dalla sinistra innesca l’autogol di Tomyiasu che manda avanti, definitivamente, i neroverdi. Che si registrano su fase difensiva finalmente abbastanza efficace e impermeabile da respingere gli ultimi, non irresistibili ma disperati, assalti dei padroni di casa, vanno vicini al quinto gol anche con Lopez, Caputo e Raspadori, e hanno comunque di che festeggiare. Perchè quando sta per scoccare il 100’ di gioco e Doveri chiude la contesa la classifica luccica, le statistiche pure: mai dopo quattro giornate in A il Sassuolo aveva fatto 10 punti, mai aveva segnato così tanto. E venerdì, al Mapei Stadium, arriva un Torino mai così dimesso – zero punti per i granata – a misurare le ambizioni del turboSassuolo.