Riolfo al Carpi, una scelta scontata

Carpi

LO AVEVAMO anticipato lo scorso 15 maggio su queste colonne e due mesi dopo ora è anche ufficiale. Giancarlo Riolfo è il nuovo allenatore del Carpi. Un anno di contratto, come sempre per i tecnici biancorossi, per il mister nato ad Albenga ma originario di Andora (come Gagliolo). A 50 anni compiuti lo scorso 9 febbraio Riolfo torna in Serie C dopo le due stagioni (dal marzo 2015 a febbraio 2016) al Savona e a pochi mesi dalla rimonta salvezza sulla panchina della Torres, dove era arrivato a marzo, in Serie D. Riolfo ha il doppio passaporto, visto che la mamma è inglese e il papà italiano, prima che tecnico è stato calciatore fra Andora, Vado, Sanremese, Savona e Cuneo vincendo un campionato di D e ottenendo 6 promozioni, anche da compagno di squadra di Cristiano Giuntoli.

Da tecnico ha debuttato all’Argentina Arma di Taggia quando da giocatore gli venne chiesto di guidare la squadra, allora ultima, riuscendo a portala al 6° posto. Quello fu l’addio al calcio giocato e l’inizio della carriera da mister, che dopo i 3 anni a Savona (prima come vice di Di Napoli e responsabile del settore giovanile e poi subentrando in panchina), due anni fa a Pesaro lo ha portato a conoscere anche Stefanelli, uomo mercato di quella Vis che con Riolfo stava dominando la D, prima dell’esonero a 7 gare dalla fine.

Lo descrivono come uomo che mastica calcio giorno e notte, dal carattere «focoso», che non la manda a dire e forse anche per questo non è mai veramente decollato. Uno adatto a scuotere un ambiente biancorosso che dovrà fare i conti con le scorie della retrocessione dalla B e a gestire una rosa che in corsa verrà profondamente modificata. In carriera ha applicato tanti moduli, ma alla Torres ha iniziato e finito nei 3 mesi in sella con il 4-3-1-2.

In biancorosso avrà accanto a sé, come già anticipato qualche giorno fa, i collaboratori dell’anno di Pesaro, il vice Paolo Pantera (con lui anche a Sassari) e il preparatore atletico Simone Arceci, mentre rimane Paolo Foti come preparatore dei portieri.

Davide Setti