Romagna è tornato: "Chi la dura la vince"

Il centrale neroverde celebra il rientro in campo a Marbella contro il Marsiglia, dal grave infortunio del marzo 2020 un vero calvario

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di Stefano Fogliani

SASSUOLO

"Eccomi qua. Perché alla fine chi la dura la vince". Quasi tre anni. Per la precisione due anni, nove mesi e due giorni. ‘Resilienza’, parola spesso abusata di questi tempi, Filippo Romagna non la usa a sproposito, ma ci condisce il post con cui, sui suoi social, festeggia la sua prima apparizione in prima squadra dopo quel maledetto 10 marzo 2020. Sassuolo-Brescia, ultima gara prima che il campionato si arrenda al lockdown: il centrale rimane vittima di un terribile infortunio (rottura del tendine rotuleo) ma come il pallone si arrende solo momentaneamente al Covid, così il difensore centrale che il Sassuolo aveva acquistato dal Cagliari a inzio stagione 201920 e che stava facendo ottime cose con il Sassuolo di De Zerbi non si arrende alla sfortuna. Passa attraverso una riabilitazione lunghissima, oltre che un ulteriore intervento chirurgico di cui lui stesso da’ notizia a maggio, esattamente quattro mesi dopo che una convocazione in prima squadra (Sassuolo-Torino, gennaio 2022) sembrava dire che il peggio era passato. Invece no, ancora due mesi di stop, per il difensore scuola Juve, che riattorciglia se stesso alla sua carriera di calciatore solo a luglio, quando tra i convocati per il ritiro di Vipiteno c’era anche il suo nome. È lì quel nuovo inizio che Romagna ha aspettato per anni, "passando – scrive ancora su Instagram – periodi bui, ma senza mai perdere la speranza". Serve pazienza, ci mancherebbe, ma come ne ha il Sassuolo (che lo riscatta dal Cagliari) ne ha Romagna, che a ottobre si riaffaccia al campo con la maglia della Primavera: tre gare contro Cesena, Udinese e Torino a dirgli che il peggio, forse, è passato. E la conferma in questa fine di anno, con quello scampolo di gara che Romagna, entrato al minuto 74, gioca con il Sassuolo che a Marbella batte l’Olympique Marsiglia in amichevole. Pochi minuti, ok, ma abbastanza per ricominciare, perché un conto è cercare la condizione con la Primavera di Bigica, un altro sentirsi di nuovo parte del gruppo di prima squadra. E regalarsi, per il 2023, quell’orizzonte così a lungo aspettato e rincorso. Già: se il pieno recupero di Berardi e Traore, come quelli di Muldur e Defrel, erano attesi dalla Sassuolo neroverde, quello di Romagna, forse, lo era ancora di più atteso. Perché nel caso di Filippo Romagna si va ben oltre le vicende di campo: bentornato…