Società nuova con il diritto di sbagliare

Il commento

di

Paolo Reggianini

Siamo andati per curiosità a dare un occhio alla classifica di C girone B del 2018 dopo 14 giornate e due aspetti balzano all’occhio. Il primo è scontato: dopo quasi tre mesi le gerarchie sono ben delineate al punto delle prime dieci, una è salita in B e altre sette hanno preso parte ai playoff. Due invece sono state in grado di infilarsi nella lotta al vertice partendo da dietro: il Monza che di punti ne aveva 17 (come il Modena...ma in ottobre cambiò allenatore...) e la Samb partita da 15 e classificatasi al nono posto. Come dire, a questo punto, chi è davanti ci rimane e chi è indietro sarà costretto a soffrire, pur con qualche eccezione.

Ecco, questo è il punto. Il Modena non è una squadra da vertice, mettiamoci il cuore in pace. Ma può, con questa proprietà, togliersi ancora qualche soddisfazioni. Rispetto alle formazioni che la precedono, quella canarina ha raccolto troppo poco in casa (9 punti in 7 gare) ed è proprio al Braglia che può costruire una sorta di ripartenza. E qui ci colleghiamo a quanto successo domenica, ma soprattutto è giusto ricordare da dove veniamo. Due anni fa il fallimento, poi la risalita non facile con una società che davanti al sindaco si prese l’impegno di andare avanti tre anni. A giugno è successo l’imprevisto: uno, Sghedoni, è rimasto, l’altro, Amadei, è andato a Reggio. E così la nuova società si è trovata davanti all’esigenza di fare tutto e subito.

Questi i fatti e in casi del genere capita di commettere errori nella scelta degli uomini che siano allenatori, manager o calciatori. I fischi dell’altra sera potrebbero suggerire una rivoluzione ma con quali prospettive? I risultati vigileranno sull’operato dell’allenatore, ma il modenese deve anche concedere a Sghedoni e a Cesati il diritto di sbagliare.

Giuste le critiche, ma i toni dovrebbero cambiare. C’è già chi non ha rispettato i patti e se ne è andato. Non mettiamo nelle condizioni l’altro di stancarsi prima del previsto.