Omicidio Panzieri a Pesaro, la verità di quelle 13 coltellate nell'autopsia

Dai primi accertamenti, era emerso il tentativo della vittima di difendersi. Alessandrini ha rinunciato per iscritto a nominare un proprio consulente

Pesaro, 7 marzo 2023 –  Si farà oggi, all’obitorio di Fano, l’autopsia sul corpo di Pierpaolo Panzieri. Ad effettuarla sarà il dottor Angelo Montana dell’istituto di medicina legale di Ancona. Dovrà cercare delle risposte su tempo, luogo e mezzi utilizzati dall’assassino per compiere l’omicidio. In particolare, attraverso l’analisi del corpo, il medico è chiamato a ricostruire la cronologia dei fatti, la collutazione che c’è stata, e come la vittima ha provato a difendersi dalla furia omicida e quante coltellate sono state fatali.

E’ stato possibile dare il via libera all’autopsia per oggi perché Michael Alessandrini, dalla Romania, dove si trova detenuto, ha rinunciato per iscritto alla nomina di un proprio consulente che assistesse all’autopsia. In caso contrario, sarebbe slittata di un’altra settimana. Come invece rischia di allungarsi di oltre un mese il rientro a Pesaro di Alessandrini.

Essendosi opposto formalmente alla sua estradizione per timore di venire ucciso dai "servizi segreti" italiani, la magistratura romena potrebbe lasciarlo in una cella di sicurezza di Timisoara almeno fino al 15 aprile, ossia fino a quando è permesso dal protocollo internazionale che possa rimanere in un Paese europeo dove non ha commesso reati.

Qundi, il suo rientro per essere consegnato alla giustizia italiana è certo, che possa essere anche rapido appare difficile. Intanto la procura della Repubblica di Pesaro, e in particolare il pm Silvia Cecchi, ha ricevuto i verbali di interrogatorio in Romania tradotti dove l’omicida di Pierpaolo riafferma di aver agito come reazione all’amicizia che avrebbe scoperto tra la vittima e Julia, a suo dire la sua fidanzata, ma che la ragazza ha smentito seppur confermando un legame di amicizia che si era fatto soffocante tanto da essersi inventata una malattia grave pur di allontanarlo.

Si complica anche il recupero dell’auto, la Renault Clio, utilizzata da Alessandrini nella fuga. Si trova in Croazia, dove lui l’ha abbandonata per poi salire in treno per raggiungere la Romania e da qui Moldavia e Ucraina. In tasca aveva i 500 euro che aveva ricevuto dalla nonna due giorni prima per "andare a cercare lavoro a Milano"